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«Un amante della natura
Siamo ancora increduli»

Andrea Polo ritratto accanto alla figlia Monica in un momento felice
Andrea Polo ritratto accanto alla figlia Monica in un momento felice
Andrea Polo ritratto accanto alla figlia Monica in un momento felice
Andrea Polo ritratto accanto alla figlia Monica in un momento felice

«Non riusciamo ancora a crederci. Da un momento all’altro ci aspettiamo di vedere nostro padre tornare, perché era una persona così piena di vita. Un grande amante della natura». La notizia dell’omicidio di Andrea Polo, l’imprenditore di San Bonifacio ucciso in Venezuela dove viveva, ha colto alla sprovvista tutti i familiari, a cominciare dai tre figli, che non riescono a capacitarsi di quanto successo.

Monica, l’unica che abita ancora in Italia, si trovava casualmente a San Cristòbal in questi giorni e ha vissuto in diretta la tragedia che si è abbattuta sulla famiglia. «Ero in Venezuela per questioni di lavoro e il giorno dell’omicidio mi trovavo in ospedale, dov’ero stata ricoverata per un’operazione», racconta la donna. «Quando lunedì mattina mi hanno detto che era successo qualcosa a mio padre, sono uscita subito dall’ospedale: dovevo capire cosa stava accadendo».

Nulla che potesse darle sollievo. La polizia al cantiere. Il corpo del padre riverso a terra, senza vita. Il silenzio di chi ha assistito al fatto, ma non vuole parlare.

«Mio padre si muoveva in moto, perché così era più facile girare in città», racconta Monica. «Sappiamo che quando è arrivato in cantiere, è stato avvicinato da qualcuno che era a volto scoperto e gli ha sparato tra il torace e il petto. Lì erano presenti diversi operai, ma nessuno vuole raccontare nulla», prosegue la figlia di Polo. «Così ho offerto una ricompensa a chiunque dirà qualcosa di utile per individuare chi ha ucciso mio padre, un milione di bolivar». Poco meno di 150mila euro.

Monica era molto legata ad Andrea, pur vivendo in Italia, e lo descrive con gli occhi di una figlia innamorata di quell’uomo avventuriero. «Mio padre era molto conosciuto, era una persona semplice ma dal carattere forte: se qualcuno non faceva bene il suo lavoro, lui interveniva e lo faceva rifare. Era un perfezionista», racconta la donna. «Ma, soprattutto, mio padre era un amante della natura: nel fine settimana, quando non era al lavoro, non stava mai chiuso in casa. Era sempre in giro. Aveva persino creato un allevamento di struzzi, l’unico presente in Venezuela. E poi gli piaceva andare a trovare i punti di confluenza delle coordinate della longitudine e latitudine».

I familiari attendono ora gli sviluppi dell’indagine. «Non sappiamo se l’omicidio sia maturato negli ambienti in cui lavorava o se ci siano altri motivi», conclude Monica. «Gli inquirenti stanno indagando a 360 gradi, anche sul fronte passionale. Noi non possiamo fare altro che attendere che si faccia luce sulla sua morte».M.TR.

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