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Treni Tav e passaggio a Verona:
«Il nodo dell’impatto ambientale»

La verifica dell’impatto ambientale per il progetto del nodo di Verona per i treni ad alta velocità (dal Basson alla Stazione di Porta Nuova fino a quella di Porta Vescovo; sulla linea Brescia-Verona-PAdova) «è basata su norme già abrogate, su cui Rete ferroviaria italiana si basa. Il 19 aprile scorso infatti è stata abrogata sia la legge obiettivo che il vecchio codice degli appalti».

Lo dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle Gianni Benciolini, consigliere comunale, Francesco Carcangiu presidente e Giovanni Tezza consigliere della Settima circoscrizione (San Michele, Porto San Pancrazio), con Erasmo Venosi, fisico, esperto in infrastrutture e in impatti ambientali. Ciò pochi giorni dopo la comunicazione di un passo in avanti nella progettazione del passaggio dei supertreni a Verona.

E sottolineano che nella nuova normativa Via si applicano «le norme molto più cautelative e partecipative del Testo unico sull’ambiente. «Vanno utilizzate queste», denunciano, precisando che «il progetto del mezzo nodo a ovest, con sistemazione della radice est, non modifica in nulla la situazione rispetto al Quadrante Europa e all’impatto del progetto. E nella zona di San Michele ci sono 900 abitazioni che risentiranno dell’opera e del cantiere».

Il 5 Stelle e Venosi puntualizzano che «il Quadrante Europa per l’80% continua, con i treni, a servire soltanto la linea del Brennero e quasi per niente verso Milano. Inoltre la realtà dice che le merci non vanno su treni ad alta capacità, visto che le autostrade restano piene di camion. Perché, allora, la Tav?».E.G.

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