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FRA STADIO E STAZIONE

Prostituzione,
torna l’incubo
in viale Palladio

Una prostituta al lavoro in pieno giorno (Marchiori)
Una prostituta al lavoro in pieno giorno (Marchiori)
Una prostituta al lavoro in pieno giorno (Marchiori)
Una prostituta al lavoro in pieno giorno (Marchiori)

L’abbigliamento succinto, il trucco pesante e la posa lasciano poco spazio ai fraintendimenti; ma, a scanso di equivoci, la «signorina» sul marciapiede lancia richiami verso le auto in coda al semaforo rosso: «Fermati, dai!». È una tarda mattinata qualunque, nel quartiere Palladio, fra la stazione di Porta Nuova e lo Stadio.

Chi non è della zona resta stupito nel vedere contrattazioni alla luce del sole, al bordo di una strada trafficata, in mezzo al viavai quotidiano della gente; fino a qualche settimana fa, pure in mezzo ad alunni e studenti diretti alle scuole del circondario.

Ma, protestano i residenti, «questa situazione purtroppo è diventata la normalità. Il peggio, comunque, arriva la sera e la notte, quando i marciapiedi di viale Palladio e via Albere si popolano di decine di prostitute di ogni nazionalità, come i loro clienti. Nel quartiere regna, inoltre, un’intensa attività di spaccio. La droga, qui, si vende come lo zucchero».

«Ci sembra di essere ripiombati nell’incubo di dieci anni fa, dopo che, per un periodo, si era notato un miglioramento», sbottano gli abitanti.

Il simbolo di una situazione irrisolta di degrado sociale e insicurezza è la pensilina della fermata Atv in viale Palladio, vicino all’incrocio con piazzale XXV Aprile. I residenti hanno raccolto duecento firme per farla rimuovere. Perché? «Più che dagli utenti dei bus, la pensilina è usata come ritrovo e riparo per le prostitute e i loro clienti», spiega Giuseppe Gallo, un residente della zona che si è fatto promotore dell’iniziativa.

«Abbiamo consegnato la sottoscrizione in Comune», continua. «Ci era stato risposto che, prima di togliere la pensilina, bisognava attendere la fine delle scuole. Le scuole ora sono finite, ma niente è cambiato».

Gallo prosegue: «È un’indecenza. I giri illeciti avvengono sotto le nostre finestre; non si può dormire. E la mattina, non vi dico cosa troviamo sui marciapiedi. Chiamiamo le forze dell’ordine, e ci viene spesso risposto che non ci sono pattuglie a disposizione. Si salva solo via Nascimbeni, una strada pedonale sotto le Case dei Ferrovieri, perché, qualche anno fa, proprio per il problema della prostituzione e dello spaccio, è stata sbarrata a entrambi i capi da due cancelli che personalmente apro ogni mattina e richiudo ogni sera».

Se si concentra nel (solito) quartiere del Palladio, la situazione si allarga però anche sul piazzale della stazione, soprattutto dalla parte del palazzo delle Poste; e poi in via delle Coste, in particolare nel parcheggio di fronte all’hotel Rossi; e nelle traverse di via Albere, come quella di recente realizzazione sul lato nord, dove il giardino pubblico “Postumia“ è diventato un’altra piazza dove, nottetempo, le prostitute incontrano i loro clienti.

Sono stati «colonizzati» nuovi luoghi dopo che il campo incolto in via Palladio, vicino al distributore di benzina, è stato sgomberato dai giacigli di fortuna e occupato dal cantiere per la chiesa e il centro parrocchiale degli ortodossi romeni.

«Il problema è anche di pulizia. I marciapiedi sono sozzi e ci dobbiamo arrangiare», conclude Gallo. «Insomma, ci sentiamo abbandonati a noi stessi».

Lorenza Costantino

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