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Task Force al lavoro

Pfos nell'acqua
Scatta la caccia
all'«inquinatore»

La centrale che è stata chiusa
La centrale che è stata chiusa
La centrale che è stata chiusa
La centrale che è stata chiusa

Dopo la chiusura, in zona Stadio, della cisterna contaminata da sostanze perfluoroalchiliche (Pfos), è caccia all’autore, con ogni probabilità un’attività artigianale o commerciale, dello sversamento. Una task force composta da esperti e tecnici di Arpav e Acque Veronesi è al lavoro per individuare la fonte di inquinamento.

 

L’assessore all’ecologia Enrico Toffali e il presidente di Acque Veronesi, intanto, invitano a «non cedere agli allarmismi, perché si tratta di un caso assolutamente isolato che interessa il pozzo P2 a soli 20 metri di profondità, mentre negli altri, di 70 metri non c’è traccia di tali sostanze». La falda che garantisce l’approvvigionamento idrico della città, assicurano a Palazzo Barbieri, «non risulta compromessa».

 

Lo sforamento è stato di tre nanogrammi per litro. Il limite è di 30 e la concentrazione rilevata è di 33. «Un problema circoscritto» afferma Cordioli. Secondo quest’ultimo «qualcuno, consapevolmente o meno, ha sversato sostanze contenenti Pfos». 

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