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La bimba lasciata a crackers e tonno

Minerbe diventa
caso nazionale
Raffica di reazioni

La bimba lasciata a crackers e tonno
La scuola di Minerbe (Diennefoto)
La scuola di Minerbe (Diennefoto)
La scuola di Minerbe (Diennefoto)
La scuola di Minerbe (Diennefoto)

Verona torna alla ribalta sui media nazionali per una notizia che di certo non fa bene all'immagine dei veronesi e delle istituzioni scaligere. È il caso di Minerbe dove a una bimba straniera, i cui genitori non erano in regola con il pagamento della retta della mensa, cui sono stati serviti solo crackers e tonno mentre i suoi compagni mangiavano il pasto regolare

La notizia è infatti rimbalzata su tutti i telegiornali e su tutti i siti dei quotidiani nazionali mentre sia al nostro giornale che all'amministrazione comunale di Minerbe piovevano le offerte di pagare le rette mancanti da parte di gente comune e di vip, tra questi anche il calciatore dell'Inter Antonio Candreva. La questione, hanno fatto sapere dalla scuola, era già stata risolta e la bimba è tornata a pranzare come gli altri compagni di classe, ma l'eco sul caso non accenna a spegnersi. 

 

Piovono infatti da più parti dichiarazioni indignate e accuse all'amministrazione comunale che avrebbe permesso l'umiliazione della piccola. «Ancora una volta siamo costretti a registrare un inaccettabile caso di discriminazione nei confronti di un’alunna delle primarie - i cui genitori sono in ritardo con il pagamento della mensa scolastica – alla quale è stato offerto un pasto a base di cracker e tonno, mentre i suoi compagni mangiavano il menù completo della mensa», ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. «Questi comportamenti producono un impatto estremamente negativo sul piano educativo non solo nei confronti dei bambini colpiti, ma di tutto il gruppo classe. È intollerabile rivalersi sui bambini, ai quali devono sempre essere garantiti i servizi scolastici necessari per godere del diritto all’istruzione e alla salute. Anche in caso di morosità dei genitori, le istituzioni locali devono trovare altre forme di recupero crediti», ha concluso. 

 

 

Sulla questione si è espresso anche il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini: «Mi pongo soltanto una domanda. Doveva pensarci Candreva? Un calciatore si è offerto di pagare la mensa al posto della famiglia per risolvere questo episodio di grave discriminazione, davvero doveva pensarci lui? È un gesto dettato dal buon cuore che desta tutta la mia ammirazione, credo però che sia urgente riflettere sul ruolo delle nostre istituzioni di fronte a episodi che si ripetono e che riguardano i diritti inalienabili dei bambini. Sono esterrefatto e senza parole».

 

«Togliere il cibo ad una bimba "per rispetto a chi paga" è aberrante e inconcepibile. Semplicemente, non deve accadere in una nostra scuola, se accade è una vergogna assoluta per chi impartisce disposizioni del genere». Così in un tweet la Cisl Scuola, guidata da Maddalena Gissi, sul caso della scuola di Minerbe.

 

Nell'ambito della politica, invece, la prima a prendere la parola è stata la deputata veronese del Pd, Alessia Rotta: «Mai più un bambino potrà essere umiliato, mai più una cattiva amministrazione potrà privarlo del pasto perché i genitori non possono pagare. I servizi della mensa scolastica costituiscono un momento sociale e di continuità didattica basato sulla condivisione, devono, pertanto, essere riconosciuti come parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche. Il diritto al servizio di mensa scolastica – spiegala deputata - deve essere riconosciuto come un livello essenziale delle prestazioni». E ha aggiunto:  «Chiediamo che sia istituito un Fondo, presso il Ministero dell’istruzione, per garantire l’effettività del diritto universale all’accesso al servizio di mensa per tutti gli alunni incapienti. I bambini devono avere pari diritti – conclude Rotta - ed è compito dello stato garantirlo».

 

A difendere l'operato del sindaco di Minerbe è invece intervenuto il deputato leghista Paolo Paternoster sostenendo: «Il sindaco Andrea Girardi  ha agito correttamente, nel pieno rispetto delle regole, a tutela dell’amministrazione comunale, delle moltissime famiglie che correttamente pagano le rette scolastiche».  Secondo Paternoster Girardi «si è reso disponibile, in più occasioni, per tutte quelle famiglie indigenti che nella difficoltà economica hanno sempre trovato un’amministrazione comunale pronta e generosa nei confronti di chi, purtroppo e per molte motivazioni, rimane indietro: io stesso avrei fatto la stessa cosa». «Condanno, invece, - ha aggiunto - l’atteggiamento falso e buonista di alcuni esponenti del Partito Democratico che, nemmeno conoscendo la questione, attaccano deliberatamente un’amministrazione comunale che invece si sta distinguendo per generosità, solidarietà e rispetto delle regole. Preciso che il diffuso e indistinto buonismo non ha mai funzionato mentre noi cittadini apprezziamo chi, invece, si occupa della cosa pubblica cercando, pure nella ristrettezza dei bilanci, di andare incontro alle esigenze di tutti, in primis verso i più deboli e - conclude Paternoster - a favore di quelli che sono in difficoltà, come hanno fatto, anche in questo caso, il sindaco Andrea Girardi e la sua amministrazione comunale».

Sulla vicenda, a difesa dell’operato della maggioranza, ha deciso di intervenire anche il circolo della Lega nord di Minerbe attaccando i detrattori. «Hanno marchiato Minerbe come un’amministrazione insensibile ma la questione non è così», recita la nota. «Nessuno è mai rimasto senza cibo e lasciato solo», prosegue la sezione del Carroccio minerbese, «la famiglia in questione è seguita dai servizi sociali, ha avuto svariate possibilità di partecipare a progetti di inserimento lavorativo e ha ricevuto contributi senza però avere nessuna voglia di integrarsi».

 

A chiedere l'intervento della magistratura ci ha pensato invece il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sostenendo: «Ma quanto fa schifo discriminare ed umiliare una bambina di 8 anni perché la famiglia non riesce a pagare la retta della mensa? Non era bastata la vicenda di Lodi? Di fronte ad un’insopportabile discriminazione verso un minore - prosegue il leader di SI - mi auguro che vi sia un’azione della magistratura che verifichi questa vicenda e faccia il suo corso. E magari anche il ministro dell’istruzione leghista faccia anche lui qualcosa di buono di fronte a questo miserabile ed inaccettabile episodio».

 

Le senatrici e i senatori del Movimento 5 Stelle in commissione cultura hanno invece tuonato: «Non possono essere i bambini a scontare le inadempienze degli adulti né tanto meno presunte scelte di carattere morale come quella di non fare un torto a chi la retta la ha pagata. Al sindaco di Minerbe vorremmo ricordare che questo è il Governo che ha varato il reddito di Cittadinanza e la pensione di cittadinanza, oltre a molte altre misure in supporto dei cittadini più deboli. Dal momento che come esponente della Lega sostiene questo Governo, dovrebbe comportarsi in modo coerente. La solidarietà e la tutela dei diritti dei bambini, di chiunque siano figli, ci auguriamo siano valori condivisi e non negoziabili», concludono i parlamentari.

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