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Storie di quattrozampe

La seconda vita
di Tyson, trovato
fra i rifiuti

di Alessandra Galetto
Tyson (foto Marchiori)
Tyson (foto Marchiori)
Tyson (foto Marchiori)
Tyson (foto Marchiori)

Potrebbe essere la sceneggiatura di un film firmato Disney, in realtà si tratta di un episodio vero accaduto nel centro di Verona, precisamente tra corso Porta Nuova e via Amatore Sciesa.

Protagonisti, un cagnolino di un solo giorno di vita gettato in un cassonetto, una senza fissa dimora forse responsabile del terribile abbandono ma anche in prima linea nel chiamare soccorsi, alcuni negozianti che hanno vinto l’istintiva diffidenza e la più comoda scelta dell’indifferenza, e soprattutto una signora, Elisabetta De Mori, che quel cagnetto grande meno di una mano, con gli occhi ancora chiusi e il cordone ombelicale attaccato, se l’è portato a casa, salvandolo.

 

Ieri Tyson (un piccolo, coraggioso combattente come questo cucciolo come altro poteva chiamarsi?) passeggiava munito di paltoncino azzurro in corso Porta Nuova con la sua padrona e con il vecchio Pluto, 16 anni, l’altro cane della signora Elisabetta.

E se è vero che la natura ha l’astuzia di dotare i cuccioli di ogni specie, umana o animale, di tratti buffi e teneri in modo che gli adulti li proteggano, nel caso di Tyson pare aver voluto fare il capolavoro: il suo scodinzolare festoso attira lo sguardo e conquista la simpatia. E così la signora De Mori si trova spesso a raccontarne l’avventura a chi la ferma incantato dal cagnolino.

«Passavo da via Sciesa, vicino a casa (abito in corso Porta Nuova), c’era quella senza fissa dimora che gira con due cani e un carretto al seguito, strepitava che dal cassonetto dell’immondizia arrivava un pianto. Le ho dato spesso l’elemosina, mi conosce, così si è rivolta anche a me. Era vero, si sentiva piangere, in quel cassonetto doveva esserci qualcosa di vivo.

È arrivato anche il titolare dell’hotel vicino, insieme abbiamo cercato di svuotare il cassonetto ma è profondo. Ad un certo punto ecco il camion dell’Amia: non potevano eliminare l’immondizia senza prima rovesciare il contenuto, abbiamo detto. Hanno capito e girato il cassonetto su un lato e lo hanno svuotato pazientemente: sul fondo, dentro una benda azzurra, questo minuscolo cucciolo, con il cordone ombelicale ancora attaccato. La barbona mi ha detto: tienilo tu, che hai già cani. Sono certa che l’aveva abbandonato lei. Comunque l’ho portato a casa ed eccolo qui».

 

Nutrito nei primi giorni con il contagocce, poi con il biberon, oggi Tyson, con la spensieratezza e l’impetuosità dei suoi tre mesi, mangia finalmente crocchette, con gusto, appetito e salute: tenace e resistente, ce l’ha fatta a sopravvivere e, come nel migliore dei film che si conclude con un happy end, nel tepore di una casa tutta sua si gode ora felice la sua prima, giocosa avventura sotto l’albero di Natale.

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