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IL FURTO DI CASTELVECCHIO

I quadri ritrovati
in Ucraina restano
ancora «top secret»

Il presidente ucraino Poroshenko con le tele rubate a Castelvecchio e ritrovate in UcrainaIl museo di Castelvecchio attende le tele rubate nel novembre 2015
Il presidente ucraino Poroshenko con le tele rubate a Castelvecchio e ritrovate in UcrainaIl museo di Castelvecchio attende le tele rubate nel novembre 2015
Il presidente ucraino Poroshenko con le tele rubate a Castelvecchio e ritrovate in UcrainaIl museo di Castelvecchio attende le tele rubate nel novembre 2015
Il presidente ucraino Poroshenko con le tele rubate a Castelvecchio e ritrovate in UcrainaIl museo di Castelvecchio attende le tele rubate nel novembre 2015

Forse oggi è la volta buona: dopo giorni di attesaci dovrebbe essere a Kiev la verifica delle opere recuperate. Dal punto di vista tecnico, le 17 tele di Castelvecchio ritrovate lungo il fiume Dnestr in Ucraina, al confine con la Moldavia, rappresentano un corpo di reato. È refurtiva ritrovata dopo una rapina. Possono contenere tracce importanti per le indagini anche solo impronte digitali (vedi altro articolo). Stanno diventando invece, giorno dopo giorno, un prestito d’arte in nome della ragion di Stato.

Ritrovati il 6 maggio tra i cespugli del fiume, esposti in conferenza stampa dal presidente ucraino Poroshenko l’11 maggio, i 17 quadri devono ancora essere visti da qualcuno del nostro Paese che ci sappia dire in quali condizioni sono questi capolavori dopo essere stati trafugati in una notte del novembre scorso dal museo di Castelvecchio. Neppure ieri, infatti, l'ex direttrice dei Musei civici Paola Marini (ora alle Gallerie dell’Accademia di Venezia) è riuscita a vedere i quadri. A lei e a Ettore Napione, curatore a Castelvecchio delle collezioni d’arte medievale e moderna, è stato affidato il compito dal pubblico ministero Gennaro Ottaviano, titolare dell'inchiesta che ha permesso di ritrovare i quadri, di esaminare le diciassette tele, ora sotto la custodia della polizia ucraina. Un passaggio indispensabile, ovviamente, per verificare che siano autentiche: capolavori come la Madonna della Quaglia di Pisanello, il Fanciullo con disegno di Caroto e molti altri di Mantegna, Tintoretto, Rubens.

La data fissata dalle autorità ucraine era scritta nero su bianco: mercoledì 24 maggio. Ma né mercoledì, né ieri per la perizia ha avuto luogo: tutte le aspettative di poter finalmente rivedere i quadri sono state finora disattese. L’appuntamento pare fissato per stamattina alle 10. «Da quando siamo arrivati, siamo assistiti in modo impeccabile dall'ambasciatore italiano in Ucraina Fabrizio Romano e dalla direttrice dell'Istituto italiano di cultura Anna Pastore», prosegue la Marini. «Non potendo esaminare i quadri, oggi siamo stati in visita turistica ai monasteri della città». Le cose belle, si sa, si fanno attendere. Ma i quadri di Castelvecchio, che sono un tesoro dal valore inestimabile per la città, si stanno facendo attendere ormai da tre settimane e l'impazienza di chi li vorrebbe vedere subito appesi ai muri del museo di Castelvecchio cresce a dismisura.

«Pare che l'esame sia stato spostato a domani mattina (oggi, ndr), ma in questi giorni ho imparato che non si può essere sicuri di nulla», racconta la Marini, lasciando trasparire un po' di preoccupazione. «Intanto abbiamo spostato il volo di rientro a sabato: si vedrà poi man mano cosa succederà». Un ritardo che potrebbe essere dipeso dall'agenda, fitta di appuntamenti, del presidente Petro Poroshenko, che pare tenerci molto ad essere presente il giorno dell'esame. Nel frattempo il Comune sta lavorando sul fronte diplomatico oggi infatti alle 15,30 l'ambasciatore dell'Ucraina in Italia Yevgen Perelygin incontrerà il sindaco. Nella speranza che sia il giorno giusto.M.B. e M. Tr.

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