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La sfida fra Sì e No a TeleArena

Duello incrociato
in tv, domenica
voce ai veronesi

Lo studio di Diretta Verona
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Lo studio di Diretta Verona

Puntata di Diretta Verona (canale 16 digitale terrestre e in streaming sul sito) dedicata al Referendum costituzionale del 4 dicembre.

Sul canale 16 e in streaming sul nostro sito si confrontano le ragioni del Sì e del No.

 

Nella prima parte della trasmissione, oltre al primo cittadino, si schiera a favore della riforma il deputato del partito democratico Vincenzo D'Arienzo. Contro le modifiche apportate alla costituzione le posizioni di Paolo Tosato, consigliere regionale della Lega Nord, e di Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 stelle. Subito scintille fra quest'ultima e il primo cittadino.

 

Il dibattito

 

Tosi: «Superare il bicameralismo perfetto migliora i tempi per legiferare. Guardate il testo unico del Vino: c'ha messo due anni e mezzo per essere approvato. L'attuale sistema è lento e farraginoso. Il sistema oggi è inadeguato, serve governabilità».

Tosato: «Ogni Governo ha tutti i strumenti per approvare le leggi che vuole promuovere, come il decreto legge. Dire che il meccanismo funziona male è un alibi».  

D'Arienzo: «In futuro le leggi passeranno in 70 giorni, oggi ne servono centinaia». 

Businarolo: «Il referendum è senza quorum, i cittadini lo ricordino. Il quesito è un truffa: se lo vogliono i senatori, le leggi possono tornare al Senato. Ed è ancora da chiarire come verranno individuate. I cittadini non voteranno più i senatori».

Tosi: «Il numero delle leggi che andranno al Senato è il 3 per cento. Siamo l'unico paese dei 28 d'Europa ad avere il bicameralismo paritario. Tutte le associazioni di categoria sono per il Sì. Mi dimostrino che questa riforma peggiora le cose».

Tosato: «Questa riforma è centralista che toglie autonomia. Questa riforma farà risparmiare meno di un euro a cittadino all'anno».

Businarolo: «Da inizio legislatura approvate 270 leggi, di cui l'80 per cento con decreto legge, il parlamento ha lavorato nonostante il bicameralismo perfetto. Altra cosa: i sindaci mandati dal territorio voteranno per il partito, non per il territorio. Spero che chi vota sappia che si rischia di gettare il Paese nel caos: come faranno i sindaci a fare i sindaci e i senatori?».

D'Arienzo: «Le regioni saranno pienamente rappresentate nel nuovo Senato, che si riunirà meno di oggi, tre-quattro volte al mese, come accade in Europa».

Tosi: «I tedeschi i senatori non li votano. Vengono nominati dai Land e la Lega ha sempre preso il Federalismo tedesco a modello. Questa riforma non è di Renzi, ma è stata scritta a quattro mani con Berlusconi. I corelatori sono la Finocchiaro del Pd e Calderoli della Lega. Nella prima votazione al Senato la Lega non votò contro». (su questo punto scintille con Tosato).

Il giornalista Alfredo Meocci chiede a Tosi come faccia a sentirsi ancora di centrodestra. Tosi risponde: «Questa riforma è stata fatta assieme al centrodestra. Io sono coerente. Non a caso anche Brugnaro a Venezia vota Sì».

Businarolo: «Andiamo di fronte a Senato con immunità a consiglieri e regionali. Appello ai cittadini: i senatori risponderanno ai finanziatori, non ai cittadini».

 

 

Nella seconda metà avvicendamento «di coppia» con il primo cittadino che cede il posto alla compagna e parlamentare di Fare! Patrizia Bisinella, al fianco della quale ci sarà la deputata e responsabile della comunicazione del Pd Alessia Rotta. Per il No Roberto Fasoli, che rappresenta la sinistra contraria alla riforma, e Alberto Giorgetti di Forza Italia.

 

Giorgetti: «Nell'iter di questa riforma sono stati perso molti passaggi. La presenza di Renzi può portare a condizioni elettorali e scelte che siano una forzatura».

Rotta: «Non aumentano i poteri del presidente del consiglio, anzi: diminuirà l'utilizzo della decretazione d'urgenza. La legge elettorale è stata tolta dal campo, la riforma è più importante. Questa riforma non toglie democrazia».

Fasoli: «Questa riforma sovrappone i destini del Governo alla riforma costituzionale. Dopo il 5 avremo gli stessi problemi ma con un clima peggiore. La riforma enuncia obiettivi che non raggiunge e non enuncia obiettivi che raggiunge, come la supremazia del Governo sul parlamento e la superiorità dello Stato sulle regioni, lasciando vergognosamente tutti i poteri alle regioni a statuto speciale».

Bisinella: «Attendiamo questa riforma da anni. Si va verso la fine del bicameralismo perfetto. Il Senato diventa finalmente camera di rappresentanza dei territori. Per le regioni virtuose ci sarà la possibilità di più spazi di autonomia. Chi difende il diritto di voto del popolo oggi si dimentica di essere stato nominato dal partito... . Mi auguro che vengano mantenute le preferenze nella legge elettorale».

Fasoli: «Se mi dicessero "vai a fare il senatore" direi di no, non riuscirei a fare due lavori. Chi fa il senatore deve fare il senatore. Non dev'essere un dopolavoro».

Rotta: «Già oggi i sindaci vengono quotidianamente a Roma per le esigenze dei loro cittadini. In Germania, dove funziona così, hanno il tempo per farlo».

Giorgetti: «Questa riforma non dà vantaggi alle categorie. Non è la riforma ad accelerare le leggi, ma la volontà politica. Se si vuole le leggi si fanno anche in 15 giorni. Il parlamento italiano è uno dei più produttivi in Europa».

Fasoli: «È bassa propaganda risparmiare sul diritto al voto dei cittadini».

Rotta: «I cittadini sono disaffezionati alla politica. Ci vuole sobrietà nei conti oggi e riavvicinare i cittadini». Polemica con Giorgetti e Fasoli. 

Bisinella: «La sinistra radicale è per il No, è per sguazzare nel pantano come sempre. Domenica possiamo contenere i conti e ammodernare il sistema. vengono ridotti senatori e non saranno pagati, ridotti anche i senatori a vita. E verranno tagliati i finanziamenti ai gruppi regionali e agli stipendi dei consiglieri».

Fasoli: «La polemica sui costi della politica è umiliante, è propaganda». 

Bisinella: «La chiedono i cittadini».

Rotta: «Le leggi devono essere veloci al di là delle volontà politiche, togliendo alibi e discrezionalità ai partiti».

Giorgetti: «Non è vero che aspettavamo da 30 anni questa riforma, è stata modificata più volte. Anche se si voterà No, si potrò tornare a votare».

Riccardo Verzè

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