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Urologia e Chirurgia
emigrano a Bussolengo

L’ospedale di Isola della Scala
L’ospedale di Isola della Scala
L’ospedale di Isola della Scala
L’ospedale di Isola della Scala

La progressiva dismissione dell’ospedale di Isola della Scala fa un altro passo avanti. «È arrivata la comunicazione ufficiale, depositata all’ ufficio protocollo dell’ospedale, del trasferimento dei reparti di Urologia e Chirurgia a Bussolengo a partire dal 4 luglio», rende noto il Comitato per l’ospedale che dal 2011 sostiene il diritto dei cittadini ad avere una sanità che funzioni, e che, pochi giorni prima della notizia dello spostamento di due dei tre reparti ancora operativi nella struttura sanitaria locale (l’altro è la Psichiatria) aveva chiesto di incontrare la dirigenza dell’ Ulss 22.

«Nei due incontri avuti con il commissario Girardi e con i dirigenti amministrativi, sociali e sanitari», dice Maddalena Salgarelli, referente del Comitato, «abbiamo segnalato le criticità del territorio derivanti dal continuo svuotamento dell’ospedale e dalla conseguente mancanza di ambulatori specialistici che costringono gli abitanti a lunghi spostamenti verso altre strutture: nel Sud-Ovest veronese rimane il grave problema della mancanza di un vero ospedale, che penalizza notevolmente oltre 120mila abitanti sempre più orientati verso ospedali fuori regione, quali Pieve di Coriano e Mantova, più facilmente raggiungibili e sicuramente più efficienti, decorosi e “a norma” di Bussolengo».

«Dobbiamo apprezzare l’ atteggiamento di disponibilità di questa dirigenza, ben diverso dalla precedente», continua. «Il commissario ha spiegato che, così com’è, l’ospedale di Isola non ha le caratteristiche “di sicurezza” previste per effettuare interventi chirurgici di una certa rilevanza (manca la terapia intensiva), per cui si ritiene necessario lo spostamento di Chirurgia e Urologia a Bussolengo fino a che non verrà ultimato l’ospedale di Villafranca, mentre si eseguiranno a Isola solo semplici interventi in day-surgery. Ha inoltre confermato di voler compensare il definitivo trasferimento dei reparti dando al territorio maggiori servizi ambulatoriali, specialistici e diagnostici».

«Come Comitato», continua ancora Salgarelli, «abbiamo ribadito la nostra difesa dell’ospedale che, come prevedeva una sentenza del Tar, sarebbe dovuto rimanere fino all’attivazione di Villafranca. Non si tratta di campanilismo, ma di garantire il diritto alla salute di un vasto territorio: il nostro ospedale è stato a poco a poco smantellato in assenza di alcuna valida alternativa. Attualmente infatti l’ospedale di Villafranca è solo una struttura vuota e non ancora ultimata. Ci saranno la volontà e le disponibilità economiche per renderlo operativo a tutti gli effetti? E soprattutto, quando avverrà questo, visto il continuo prolungarsi dei tempi?».

Il Comitato, che ha affrontato il problema della situazione sanitaria del territorio anche con la presidente della Conferenza dei sindaci dell’ Ulss 22, Graziella Manzato, conclude dicendo: «Il problema di fondo è politico. La situazione attuale è il risultato delle scelte fatte dalla Regione, un cambiamento di prospettiva perciò è possibile solo attraverso un diverso orientamento in sede regionale. Per questo invitiamo tutte le forze politiche e sociali, di maggioranza e minoranza, e soprattutto la nuova Amministrazione comunale, ad attivarsi in collaborazione col Comitato per far valere nelle sedi competenti le buone ragioni del nostro territorio. Vogliamo sperare che la politica locale non sia, ancora una volta, mancante su questa importante questione».

Mariella Falduto

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