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Un gatto bruciato
sull’argine
della canaletta

I resti del falò dove è stato bruciato un gatto
I resti del falò dove è stato bruciato un gatto
I resti del falò dove è stato bruciato un gatto
I resti del falò dove è stato bruciato un gatto

A prima vista sembravano i resti di un fuoco, anche se è parso strano che fosse stato acceso in un canale dove poi di solito scorre l’acqua per l’irrigazione dei campi. Ma Katrin Bossi, 41 anni, residente a Villafranca, mentre era a spasso con i suoi cani si è avvicinata e ha scoperto che sulle braci era stato messo un gatto i cui resti giacevano poco distanti, sull’argine della canaletta nella campagna tra Povegliano e Villafranca, a pochi passi dalla vecchia Grezzanella, la strada in terra battuta che costeggia la nuova variante alla 62.

Difficile dire se il gatto fosse già morto quando è finito sul fuoco o se sia stato gettato apposta.

La signora Bossi ha chiamato le guardie zoofile, sono state allertate l’unità veterinaria dell’Asl e la polizia municipale di Povegliano.

«Ero a passeggio con i miei cani», racconta Katrin Bossi, «dalla Grezzanella ho deviato verso la campagna dove i campi sono costeggiati dai canali di irrigazione. Sul fondo di uno di questi c’erano i resti di un falò. Mentre sull’argine c’era il gatto carbonizzato».

Forse qualcuno l’ha spostato lì sul ciglio, con la legna bruciata, per liberare il fondo del canale, forse il gatto ha tentato di scappare.

È quest’ultima l’ipotesi di Katrin Bossi: «Il luogo in cui è stato fatto il falò, all’interno del canale, mi fa credere che il gatto sia stato ucciso, per questo ho fatto la segnalazione. Un veterinario può stabilirlo e mi auguro che si possa chiarire la vicenda», conclude molto colpita dal fatto.

Katrin Bossi è un’amante degli animali e sta facendo l’iter per entrare nelle Guardie zoofile dell’Enpa, volontari di associazioni che diventano guardie dopo aver seguito un corso e che sono riconosciuti dalle prefetture. M.V.A.

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