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Terre di pianura deposte sull’Ortigara per gli alpini

Luciano Bertagnoli a cima Lozze
Luciano Bertagnoli a cima Lozze
Luciano Bertagnoli a cima Lozze
Luciano Bertagnoli a cima Lozze

Un sacchetto da Palazzolo, uno da Sommacampagna, uno da Villafranca e via così... C’è la terra dei giovani alpini caduti cento anni fa sull’Ortigara, nel Giardino della memoria allestito dall’Associazione nazionale alpini di Verona a cima Lozze, sul complesso appunto dell’Ortigara dove nell’omonima battaglia di giugno persero la vita migliaia di alpini. Per ricordarli, le penne nere di oggi hanno portato lassù un sacchetto di terra dei paesi natii dei caduti, i paesi che non videro più, restando per sempre su quel monte, lontani da casa. «Ti abbiamo portato la terra della tua contrada, una manciata di terra del tuo paese», si legge su un biglietto legato a uno dei sacchi deposti dai 200 gruppi alpini veronesi. Sulla terra, sistemata a fianco della chiesetta delle Lozze (costruita per volere di don Bepo, Giuseppe Gonzato, e di don Giulio Bevilacqua, di Isola della Scala, combattente sull’Ortigara e poi cardinale), il presidente Ana Luciano Bertagnoli si è inginocchiato: «Abbiamo portato la speranza della pace», spiega. «Dopo cento anni siamo saliti sull’Ortigara con questa precisa volontà, abbiamo dimostrato che l’umanità esiste ancora». M.V.A.

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