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Svelato il mistero di Villafranca È Peter, un giovane nigeriano

Villafranca, inizio di novembre: un contadino arando smembra il corpo di un uomo, ora identificato
Villafranca, inizio di novembre: un contadino arando smembra il corpo di un uomo, ora identificato
Villafranca, inizio di novembre: un contadino arando smembra il corpo di un uomo, ora identificato
Villafranca, inizio di novembre: un contadino arando smembra il corpo di un uomo, ora identificato

Ha un nome il corpo fatto a pezzi durante lavori in agricoltura in un podere di Villafranca e ritrovato a inizio novembre. Era dalla notte dopo Halloween che i carabinieri di Villafranca, Verona, e anche quelli di Bologna, con i loro cani molecolari, stavano cercando di dare un’identità a quel corpo trovato in un podere in via Campo vecchio a Villafranca. Ora a due mesi di distanza, quel cadavere fatto a pezzi da un aratro ha un nome. La persona, i cui resti sparpagliati dai mezzi agricoli sono stati ritrovati grazie all’impegno dei cani, sono di un mendicante nigeriano ventiduenne. L’esame del Dna ha permesso di identificare la vittima: Peter Happy, un giovane che viveva di espedienti, chiedendo l’elemosina a Mantova e che di felice nella sua esistenza deve aver avuto gran poco. L’ultima volta che il nigeriano è stato visto vivo, risale al 10 agosto, quando il ventiduenne si era recato a Villafranca per mendicare in un supermercato della zona. Durante le indagini, un connazionale aveva riferito di averlo visto allontanarsi assieme ad un altro immigrato africano. Lo scorso 11 novembre è stato prelevato un campione del Dna dal fratello, che vive a Porto Mantovano, e l’esame avrebbe permesso l’identificazione. Era stato il parente a recarsi dai carabinieri di Mantova dopo che per giorni il telefono del fratello restava muto. I loro rapporti non erano frequenti, ma nella sporadicità comunque Peter rispondeva. La notizia del ritrovamento aveva già fatto il giro dei media, e il fratello di Peter s’è rivolto ai carabinieri sospettando che si stesse parlando di suo fratello e così è stato comparato il Dna estratto da una parte di corpo e quello del fratello ed è risultato compatibile. Ma in questo momento gli inquirenti non sono in grado di dire se quell’uomo sia stato ammazzato, o abbandonato dopo una morte accidentale in un campo. Per quel poco che è stato possibile esaminare sui resti non c’erano proiettili, o qualcosa che dicesse chiaramente la causa di morte. L’esito dell’autopsia non è ancora stato depositato, considerato che comunque per legge ci sono 90 giorni per depositarla. Almeno l’identità ora è certa. Nei prossimi giorni le indagini potranno ricominciare proprio da questo dato certo, per arrivare a capire qualcosa su questa morte. Peter potrebbe essere stato in compagnia di qualcuno, essere deceduto e la persona si sarebbe potuta spaventare al punto da decidere di abbandonare il cadavere in attesa che qualcuno lo trovasse. Invece le pannocchie cresciute avrebbero nascosto il corpo. E poi l’aratro avrebbe fatto il resto, l’inimmaginabile smembramento del cadavere. Oppure, altra ipotesi, Peter potrebbe essere stato ucciso da un conoscente che poi lo ha abbandonato nel primo posto che gli era sembrato sicuro. O ancora potrebbe essere stato stroncato dall’assunzione di qualche sostanza e la persona che era con lui, spaventata, lo ha poi scaricato nel campo. Tanti interrogativi che probabilmente nei prossimi giorni troveranno risposta. • A.V.

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