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Sul caso Sun Oil si muove la politica

I depositi della Sun Oil a Sona FOTO PECORA
I depositi della Sun Oil a Sona FOTO PECORA
I depositi della Sun Oil a Sona FOTO PECORA
I depositi della Sun Oil a Sona FOTO PECORA

Dopo le dichiarazioni del sindaco di Sona Gianluigi Mazzi, che ha lamentato di essere stato lasciato solo a gestire la situazione della Sun Oil, qualcosa si è mosso ai livelli più alti della politica. Promesse di supporto sono arrivate sia da Orietta Salemi, vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale, sia da Vania Valbusa, parlamentare leghista e componente della commissione ambiente della Camera dei deputati. Della problematicità del sito di Lugagnano (posto sotto sequestro nell’aprile 2006 per gestione non autorizzata di rifiuti e dal giugno 2007 affidato alla custodia giudiziale del sindaco di Sona) si è tornato a parlare nei giorni scorsi, a seguito di un furto di rame che ha mandato in tilt l’impianto elettrico, rendendo inattivabili le procedure di emergenza in caso di collassamenti o perdite delle cisterne, al cui interno sono ancora contenuti circa 31 mila metri cubi di rifiuti, per lo più liquidi, anche pericolosi. Senza elettricità non possono attivarsi le pompe che consentirebbero il travaso di liquidi da una cisterna all’altra in caso di sversamenti. Nell’eventualità di un problema di questo tipo si rischierebbe il disastro ambientale: i rifiuti potrebbero infatti penetrare nella falda acquifera che serve parte della zona a sud di Verona. Nei giorni scorsi, proprio sulle pagine dell’Arena il sindaco aveva lamentato di non sentirsi supportato dalle altre istituzioni nell’affrontare la problematica rappresentata dalla Sun Oil, un impianto inattivo che costa al Comune circa 60 mila euro all’anno per il mantenimento e per la custodia. Da anni Mazzi insiste sulla necessità di procedere alla bonifica del sito, ma un intervento di questo tipo costa milioni di euro, soldi che il Comune non ha. E, nonostante sia la Regione sia il ministero dell’Ambiente siano stati informati della situazione, nessuno finora si è seduto al tavolo con l’amministrazione sonese per cercare una soluzione. Ora, a seguito del furto di circa 20 quintali di rame appartenente ai cavi elettrici, si è aggiunto anche il problema della mancanza dell’energia, necessaria per l’attivazione del sistema di emergenza. IN QUESTI GIORNI il Comune sta valutando i preventivi per procedere al ripristino dell’ impianto elettrico. Nel frattempo, si sta muovendo qualcosa anche a livello della politica. Salemi in una nota afferma: «La Regione, che sempre si dichiara così sensibile ai temi delle autonomie locali e alla valorizzazione delle amministrazioni comunali, non può esimersi dal dare una risposta tempestiva al grido di aiuto del sindaco di Sona, adesso più che mai. Serve almeno dare segnale di interlocuzione visto che in materia ambientale e di rifiuti la Regione ha competenza. Quindi la giunta batta un colpo e preveda da subito un tavolo tecnico con Conferenza dei servizi per la messa in sicurezza in emergenza del sito». La consigliera regionale del Pd aggiunge: «Sarà mia cura, in sede dell’imminente bilancio regionale, presentare un provvedimento per chiedere l’impegno di Regione e Governo finalizzato non solo al ripristino dell’impianto, a fronte dei danni subiti, ma anche allo stanziamento di contributi a sostegno dell’ amministrazione comunale per la necessaria bonifica del sito. Chiederò la condivisione del testo ai consiglieri regionali veronesi a garanzia della salvaguardia della salute di territorio e cittadini». Un segnale di vicinanza arriva anche dalla deputata leghista valeggiana Valbusa, che non era a conoscenza della problematica e che domani sarà a Lugagnano per un sopralluogo al sito della Sun Oil. «Insieme al sindaco Mazzi», spiega, «entrerò nel sito, per rendermi conto di cosa c’è. Poi avremo un incontro in municipio, a cui ne seguiranno sicuramente altri, considerando anche il fatto la Lega ha rappresentanti all’interno del consiglio di Sona». Valbusa aggiunge: «Sicuramente porterò a Roma la voce del Comune di Sona, anche se non sono sicura che si possa trovare una soluzione entro quest’anno. Cercherò di capire se ci sono particolari capitoli di bilancio dedicati alla bonifica di queste situazioni». Mazzi accoglie positivamente la vicinanza ricevuta, ma sottolinea: «Io ora sento la partecipazione, però spero che arrivino anche fatti concreti. Quando avevo parlato alla Regione e al ministero dell’Ambiente, tutti mi avevano dato piena solidarietà, però con le parole si fa poco. Abbiamo bisogno di un supporto concreto: abbiamo competenze e conoscenze per gestire la situazione, ma ci mancano i soldi». •

Federica Valbusa

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