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Si sente male mentre guida Muore l’imprenditore Mazzi

Aldo Mazzi in tenuta da cacciaL’auto dell’imprenditore Aldo Mazzi nell’aiuola di località Cascina Verde a Villafranca FOTO DIENNE
Aldo Mazzi in tenuta da cacciaL’auto dell’imprenditore Aldo Mazzi nell’aiuola di località Cascina Verde a Villafranca FOTO DIENNE
Aldo Mazzi in tenuta da cacciaL’auto dell’imprenditore Aldo Mazzi nell’aiuola di località Cascina Verde a Villafranca FOTO DIENNE
Aldo Mazzi in tenuta da cacciaL’auto dell’imprenditore Aldo Mazzi nell’aiuola di località Cascina Verde a Villafranca FOTO DIENNE

A ucciderlo è stato un malore improvviso, che non gli ha lasciato scampo. Aldo Mazzi, 60 anni, imprenditore di Povegliano, è morto mentre era alla guida della sua auto, finita all’interno di una rotonda in via Cascina Verde, nel Comune di Villafranca. I soccorritori di Verona Emergenza sono arrivati con un’ambulanza dal vicino ospedale e l’elicottero da Borgo Trento, ma i tentativi di rianimare l’uomo si sono purtroppo rivelati inutili. Il fatto è accaduto poco prima delle 9 di ieri. Mazzi stava viaggiando sulla sua Mercedes Gle e proveniva dalla zona commerciale di Villafranca. Non stava sicuramente viaggiando a velocità sostenuta poiché l’auto si è fermata sull’erba ad un paio di metri dal cordolo che delimita la rotonda dalla quale si diramano le strade verso la provinciale Grezzanella, l’aeroporto Catullo e la città, che da lì dista quindici chilometri. Uscendo di strada, l’auto non ha coinvolto altre vetture nell’incidente. Sul posto, oltre al personale del 118, sono giunti i carabinieri della Compagnia di Villafranca e i vigili del fuoco poiché in un primo momento era sembrato, probabilmente a causa della concitazione dei primi che hanno chiamato i soccorsi, che l’auto si fosse ribaltata. «Aveva appena cambiato automobile e mi sono fermato perché quella lì ferma dentro la rotonda mi sembrava proprio quella di Aldo», racconta, trattenendo a stento la commozione, un amico che casualmente passava da quelle parti in bicicletta. E su quella strada è passata, con la sua 500 bianca, anche la moglie della vittima. La donna si era preoccupata non sentendo più il marito rispondere al cellulare. E quando ha visto l’auto ha capito che era successo qualcosa. Sono bastati uno sguardo e poche parole da parte dei militari dell’Arma per realizzare chi era l’uomo adagiato al suolo e pietosamente coperto con un lenzuolo. Mazzi aveva due figli ed era molto conosciuto. «Gli piaceva stare in compagnia, era una persona allegra e scherzosa. In questo periodo poi era fuori di sé dalla felicità», racconta un altro conoscente giunto sul luogo della tragedia, «perché da poco era diventato nonno di due gemellini». Appassionato di caccia, come testimonia la sua bacheca Facebook, insieme al cugino Graziadio era al timone della Angelo Mazzi Costruzioni Generali e Ferroviarie, che ha sede in via Salarino a Castel d’Azzano, impresa attiva in tutto il Nordest con una cinquantina di dipendenti e specializzata in armamento ferroviario. Da poco l’impresa, fondata dal padre Angelo, aveva festeggiato i 60 anni di attività. La Cgf, si occupa soprattutto, con macchinari brevettati, di manutenzione delle linee ferroviarie del compartimento di Verona, dal Brennero fino a Rovigo, Mantova, Monselice, Vicenza e Brescia. •

Enrico Santi

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