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Si infittisce il mistero sulla scomparsa

I vigili del fuoco impegnati nelle ricerche nel laghetto di Grezzano di Mozzecane FOTO PECORALe ricerche nella giornata di ieri
I vigili del fuoco impegnati nelle ricerche nel laghetto di Grezzano di Mozzecane FOTO PECORALe ricerche nella giornata di ieri
I vigili del fuoco impegnati nelle ricerche nel laghetto di Grezzano di Mozzecane FOTO PECORALe ricerche nella giornata di ieri
I vigili del fuoco impegnati nelle ricerche nel laghetto di Grezzano di Mozzecane FOTO PECORALe ricerche nella giornata di ieri

Si infittisce l’alone di mistero intorno alla scomparsa di Damiano Gaiardoni, di Povegliano. L’uomo di 34 anni sembra svanito nel nulla. Le ricerche di ieri, senza esito, però lasciano aperta ogni pista. E anche qualche speranza. I sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia, nella mattinata di ieri, si sono immersi in un piccolo bacino d’acqua a Grezzano di Mozzecane intorno alle 11. Per circa un’ora è stata setacciata la porzione di laghetto dove sabato pomeriggio era stato ritrovato dalla protezione civile di Vigasio, assieme al sindaco Eddi Tosi, un giubbotto nero riconosciuto dai famigliari del 34enne. Il fondo melmoso però ha reso piuttosto complicata l’operazione. Oltre ai sommozzatori, ieri, i vigili del fuoco di Verona, a bordo di una piccola imbarcazione, hanno più volte scandagliato il fondale della vasca d’acqua. Ma senza alcun risultato. L’ulteriore mossa, per non lasciare nulla di intentato, come più volte è stato ripetuto in questi giorni, è stata quella di prosciugare l’intero bacino che serve da riserva d’acqua per le campagne circostanti e collegato al fiume Tione. L’intervento, tuttavia, è durato più del previsto. Durante la notte è stato fatto svuotare completamente e questa mattina verrà eseguito l’ultimo sopralluogo. Le possibilità di trovare il corpo del 34enne sono molto basse perché il fondale già nel tardo pomeriggio di ieri era quasi del tutto visibile. LA ZONA, nei pressi di un altro piccolo lago adibito alla pesca sportiva, è stata battuta di nuovo palmo a palmo. Il gruppo della protezione civile di Villafranca ha setacciato tutto il perimetro già controllato, peraltro, anche nei giorni scorsi. Ad oggi non c’è nessun’altra pista da seguire. La giacca a vento rinvenuta sabato, con all’interno il cellulare di Gaiardoni sembrava fornire una traccia quasi certa. Ma così non è stato, lasciando ancora tutta la vicenda più che incerta. Il bacino d’acqua si trova in linea d’aria a pochi chilometri da dove è stata ritrovata l’auto del giovane, abbandonata all’alba di martedì 18 dicembre nelle vicinanze della centrale elettrica di Povegliano. Di Gaiardoni ci sono solo tracce sparse. Oltre all’auto, infatti, erano stati ritrovati a qualche centinaio di metri dal veicolo i guanti. In tutt’altra posizione, invece, è stato ritrovato il giubbotto nero: forse solamente lanciato e abbandonato. Intanto, nei cinque giorni di ricerche (le operazioni erano state sospese alla vigilia di Natale e sono poi riprese sabato per sfruttare il meteo favorevole), sono state tentate tutte le possibilità. Prima le unità cinofile e i volontari della protezione civile, quindi, in un secondo momento, l’elicottero del 115 che proprio nella mattinata di sabato ha setacciato dall’alto le campagne di Povegliano, Villafranca, Vigasio e Mozzecane. L’ultimo avvistamento risale ormai a più di dieci giorni fa quando un residente di Povegliano ha raccontato di aver visto un uomo camminare confusamente sulla strada che dal paese porta proprio a Grezzano. I famigliari, invece, hanno visto Gaiardoni la sera di lunedì 17. Poi, il nulla. •

Nicolò Vincenzi

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