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Scuola di cucina e museo
per rinnovare la Rocca

Daniela Maculan con la tesi davanti all’edificio della Rocca  FOTO PECORA
Daniela Maculan con la tesi davanti all’edificio della Rocca FOTO PECORA
Daniela Maculan con la tesi davanti all’edificio della Rocca  FOTO PECORA
Daniela Maculan con la tesi davanti all’edificio della Rocca FOTO PECORA

Tante volte da bambina aveva osservato quell’edificio imponente e malconcio, già disabitato e un po’ inquietante nel suo degrado. Poi Daniela Maculan, 24 anni di Nogarole Rocca, ha completato le scuole superiori, si è iscritta allo Iuav di Venezia e al termine del percorso di studi in architettura ha dovuto focalizzare l’attenzione sull’argomento da approfondire per conseguire la laurea magistrale. Allora il pensiero è ritornato al monumento principale del suo Comune, «Che», dice, «è davvero vasto per superfici e volumi, oltre che bellissimo».

Si deve quindi a lei la prima tesi di laurea dedicata alla Rocca di Nogarole, discussa nei giorni scorsi a Venezia. L’alloro è arrivato con il massimo dei voti in «Architettura per il nuovo e l’antico», ma alla giovane dottoressa interessa soprattutto di aver contribuito con le sue idee a formulare un’ipotesi di riuso dell’edificio di proprietà comunale, che tra l’altro necessita di un investimento importante per essere ristrutturato.

L’amministrazione comunale ancora nel 2011 aveva bandito un concorso di idee per reperire spunti sul possibile riutilizzo della Rocca.

L’anno successivo era riuscita a far inserire il monumento nel progetto nazionale Valore Paese-Dimore, finalizzato al recupero di immobili di interesse storico e architettonico. L’impegno è poi proseguito con il ripristino del parco circostante, possibile grazie a risorse agganciate partecipando a bandi europei. Ma resta il rebus sulla destinazione degli spazi della Rocca, oltre che sul reperimento della finanza per far decollare ogni eventuale progetto.

«Ho contestualizzato il mio lavoro in un’analisi territoriale, paesaggistica e funzionale, sviluppando in particolare quest’ultimo aspetto perché la Rocca può diventare un polo attrattore in un’area su cui insistono insediamenti industriali e infrastrutture, ma che al momento non ha nulla che possa attirare le persone», spiega. «Ho pensato quindi a una destinazione mista pubblico-privata per la messa a reddito di una parte dell’immobile funzionale al reperimento di risorse, per far fronte a manutenzione e ai costi delle utenze», aggiunge Maculan.

La Rocca potrebbe quindi ospitare un campus culinario - sono previste tre aule con posti di insegnamento frontale, singola e collettiva - un ristorante, un auditorium più biblioteca e un negozio per la vendita di prodotti a chilometri zero, da coltivare nell’antico brolo, ripristinato a frutteto ed orto.

Nella parte della residenza signorile, invece, dove è più difficile progettare interventi radicali per l’esigenza di conservare stucchi e pavimenti d’epoca, la destinazione prefigurata è di carattere museale, con allestimenti dedicati al monumento e alla sua evoluzione nei secoli. La tesi si concentra anche sulla messa a norma antisismica dell’edificio.

I contenuti saranno comunque illustrati dall’autrice nel corso di una serata pubblica, già fissata per venerdì 19 maggio, all’ex oratorio di San Leonardo a Pradelle. L’interesse di Daniela nei confronti della Rocca, che dà il nome al paese, non si esaurisce qui: l’architetto è nella commissione, composta anche dallo storico Umberto Tellini e dal consigliere comunale Marco Mazzuccato, al lavoro da qualche mese per la creazione di percorsi tematici nel parco.

«Stiamo pensando a sviluppare tre itinerari: storico, ambientale ed architettonico. L’idea di collaborare al riuso di questo spazio verde fino a due anni fa inaccessibile mi entusiasma», conclude Maculan.

Valeria Zanetti

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