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Scontro sulla statale 12
rimasta senza soldi

Elisa De Berti
Elisa De Berti
Elisa De Berti
Elisa De Berti

Per la variante alla Statale 12 i soldi non ci sono e c’è il rischio che non si possano trovare più. Una situazione che, inevitabilmente, ha aperto la strada ad accuse e polemiche. A dare fuoco alle discussioni è l’assessore regionale ai lavori pubblici Elisa De Berti: «Al Governo, come Regione, avevamo chiesto di stanziare con il Fondo per lo sviluppo e la coesione 140 milioni di euro per la variante ma in realtà a quest’opera è stato destinato un milione e mezzo di euro». «Di questi soldi, di fatto, non se ne può fare nulla, per cui potevano anche tenerseli», aggiunge un’arrabbiatissima De Berti.

D’altro canto, a confermare questa situazione è anche un parlamentare del partito di maggioranza a Roma, il Pd Vincenzo D’Arienzo. «La Regione ha chiesto di realizzare la variante da Buttapietra a Verona e, per questo, ha inserito l’opera tra gli interventi finanziabili con il Fsc, la cui quota spettante al Veneto ammonta a circa 300 milioni di euro», spiega il deputato. Il problema, però, è che il 1° dicembre il Comitato interparlamentare per la programmazione economica ha autorizzato la spesa di 110 milioni di euro a favore del Patto per la città metropolitana di Venezia. Soldi che preleverà proprio dal Fondo Sviluppo e Coesione destinato al Veneto, che comprendeva 200 milioni per infrastrutture stradali, compresa la variante.

«Il rischio che i soldi non ci siano più è molto concreto», ammette D’Arienzo. Il quale, pur assicurando il suo impegno per cercare che questa ipotesi non si verifichi, imputa le ragioni di questa situazione non al fatto che il premier Matteo Renzi ha in questi giorni siglato un accordo con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro bensì a vicende tutte veronesi. «Il finanziamento è a rischio anche a causa delle incertezze del Comune di Verona», afferma, «cheha più volte cambiato il progetto. A oggi ancora non abbiamo, dopo anni, una soluzione definitiva e condivisa anche dalla Regione. Questa confusione ha rallentato l’ iter, con il risultato che i soldi a disposizione possono essere destinati a Venezia, che ha progetti già pronti e sostenuti anche dalla Regione».

Al di là delle colpe, vere o presunte, resta il fatto che per i 13 chilometri di strada che dovrebbero partire da Verona, all’altezza della Rizza e poi, affiancandosi alla ferrovia, interessare i comuni di Castel d’Azzano, Vigasio e Buttapietra, prima di ricollegarsi al tracciato attuale ad Isola della Scala, i soldi a oggi non ci sono. E nemmeno ci sono progetti approvati da tutti, visto che solo in questi giorni Verona ha concluso l’elaborazione del tracciato che la interessa e che dovrebbe essere anche al servizio di Ikea, la quale sborserebbe 14 milioni per favorire la realizzazione della nuova strada. Strada per il cui progetto preliminare e definitivo Anas ha incaricato Veneto Strade, stanziando per questo 1.250.000 euro, ma che dovrà essere sottoposta a una nuova Valutazione di impatto ambientale. «Per Verona perdere ora i 140 milioni sarebbe un disastro e, forse, un’occasione persa per sempre», conclude D’Arienzo. Si profilerebbe a questo punto addirittura l’ipotesi di dover dare un addio definitivo alla speranza di spostare fuori dai centri abitati il traffico che da Verona va verso l’Ovest della provincia.

Luca Fiorin

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