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Sì ai soldi per la scuola materna Ma c’è la scure delle sanzioni

La scuola materna monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
La scuola materna monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
La scuola materna monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
La scuola materna monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA

Nicolò Vincenzi Cinquantamila euro subito e almeno 130mila per il 2018-2019 alla scuola dell’infanzia Monsignor Bresan. Con queste cifre, approvate durante il consiglio comunale di Povegliano di mercoledì sera, l’amministrazione cerca di risollevare l’angusta situazione in cui si trova ora la scuola materna del paese. La Bressan, infatti, nell’ultimo periodo non ha vissuto tempi facili, anzi a detta del sindaco Lucio Buzzi «al limite della sopravvivenza». Per la complicata situazione legata al bilancio del Comune la convenzione era stata sospesa per il 2017, e con essa anche i contributi annuali. In una seduta pubblica al teatro San Martino, nel maggio scorso, lo stesso Don Daniele Soardo, presidente della scuola paritaria, aveva chiesto alle famiglie uno sforzo economico. Il rischio, paventato anche in quell’occasione, era che non potesse nemmeno iniziare l’anno scolastico. Pericolo poi scongiurato. Mercoledì sera dunque il cambio di rotta. Il sindaco Lucio Buzzi ha spiegato che lo stanziamento dei 50mila euro era già previsto, ma era stato bloccato in attesa della nuova delibera della Corte dei Conti. Il documento sarebbe dovuto arrivare da Venezia i primi giorni di ottobre, ma ancora oggi tarda. Buzzi ha chiarito come fosse stata la Corte stessa, nella prima delibera, a specificare di non assumere nessuna spesa che non fosse strettamente necessaria al funzionamento del Comune. La Bressan, essendo ente privato, non rientrava in queste. Tuttavia nel documento letto dalla maggioranza, durante la seduta in sala Savoldo, è stato sottolineato che l’amministrazione considera il provvedimento all’ordine del giorno compatibile con la norma vigente: «Si tratta di spese sostenute per lo svolgimento di una attività di interesse generale. Il comune sarebbe chiamato a sostenere costi maggiori qualora fosse direttamente gestore del servizio». Buzzi poi ha attaccato: «Incombe su di noi la necessità di intervenire in maniera concreta, tenendo conto della spada di Damocle della Corte. Serve un intervento politico, ma anche coraggioso». Il sindaco ha specificato che non c’è più tempo per aspettare e che il servizio della scuola deve necessariamente continuare: «Alla Corte dei Conti, che potrebbe intervenire, diciamo che dobbiamo assumerci tale responsabilità. Questa è una delibera di indirizzo perché non sappiamo nemmeno cosa succederà nei prossimi giorni». Sul punto, poi, si è espressa anche l’ex sindaca di Povegliano, Anna Maria Bigon, che ha chiarito la posizione riguardo gli anni della sua amministrazione, spiegando che non c’è mai stata la scelta di fare una scuola comunale. «Abbiamo sempre condiviso con il parroco di avere una scuola cattolica. La materna non è un servizio obbligatorio, però ci siamo sempre assunti la responsabilità di dare alla scuola quello di cui necessitava». Sul ritardo della Corte dei Conti ha poi ribadito: «Se noi avessimo aspettato lei e le sentenze, la scuola elementare Anna Frank sarebbe ancora da abbattere. Fa parte del ruolo dell’amministratore prendersi certe responsabilità. Altrimenti il paese muore». Frasi che hanno fatto intervenire l’assessore Pietro Guadagnini evidenziando che c’è una differenza rispetto al passato e che la decisione di sbloccare i soldi è politica. «Se l’operazione viene contestata dalla Corte andiamo incontro a un rischio personale del nostro patrimonio. In quel caso siamo pronti a fare i salti mortali e manifestazioni di piazza», ha detto. «C’è un rischio personale andando in deroga alla Corte, ma non può mettere in crisi una comunità intera. Mi prendo questa responsabilità», ha ribadito ancora una volta Lucio Buzzi. Prima della votazione della delibera, proprio il primo cittadino aveva chiesto una coesione di tutto il consiglio comunale, cosa che non è avvenuta. La minoranza si è astenuta, appoggiando sì lo stanziamento ma con delle riserve: «Speriamo che i 130mila euro possano tornare i 200mila che venivano erogati prima». Secondo il gruppo di Claudio Lunardi, infatti, il clima di paura riguardo la possibilità che l’anno scolastico non potesse nemmeno iniziare ha spinto molti genitori a iscrivere i figli altrove, facendo così aumentare le rette. Dai banchi dell’opposizione è stata lanciata, di nuovo, l’accusa di non aver mai fatto richiesta di ottenere contributi regionali o statali. Incassata la risposta, la maggioranza compatta ha approvato. •

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