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Riapre il cantiere del centro sociale

Da tempo Marchesino sogna un luogo di aggregazione che non è mai riuscita ad avere. Lo sogna, e per trasformare quella speranza in realtà ha anche lavorato molto. Già nel 2013, infatti, la parrocchia del Santissimo Redentore è riuscita a mettere in cantiere un centro parrocchiale in un’area vicina alla chiesa. Adesso, mentre si accinge a far riprendere i lavori, il parroco don Claudio Cunego deve però far appello ai suoi fedeli per sperare di arrivare finalmente ad aprire le porte del centro. «Questa struttura», spiega il sacerdote, «è importante perché costituirà il luogo di ritrovo e socializzazione dell’intera comunità, che conta tremila parrocchiani. Adesso riapriremo il cantiere, ma per riuscire a portarlo in fondo è necessario l’aiuto di tutti. Solo grazie alla generosità della gente sarà possibile evitare impegni troppo onerosi».

Se la notizia positiva è che nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha deliberato un contributo straordinario alla parrocchia di 7.500 euro per la riapertura del cantiere, il dato meno rasserenante è legato al conto delle spese che ancora è necessario affrontare per arrivare a chiuderlo definitivamente. «Più della metà dell’opera è stata realizzata», continua il parroco, «ma, anche se la struttura è in piedi, continua a mancare il resto. Sono infatti da realizzare pavimenti, rivestimenti, impianti, infissi e tinte. Secondo i preventivi, per questo servono altri 200mila euro».

Realizzato vicino al parco ed al campo sportivo, l’edificio avrà alla fine un costo complessivo di circa mezzo milione di euro. Continua don Claudio: «Conterrà i nuovi spogliatoi del campo da calcio, i servizi per il parco, gli spazi del circolo Noi, che adesso è aperto in una stanzetta posta sul retro della chiesa, e varie sale per incontri ed attività comunitarie. Sarà, insomma, un oratorio ma anche uno spazio aperto a tutti, nel quale potranno essere svolte tutte quelle attività che adesso a Marchesino non è così facile portare avanti».

Per far sì che lo stabile sia finalmente utilizzabile, c’è ancora parecchio da fare. E quel parecchio il religioso non vuole che finisca per tradursi in un impegno troppo lungo per la parrocchia. «Premesso che io sono convinto del fatto che il centro parrocchiale possa essere finito entro il 2016», afferma, «è anche vero che non vorrei creare debiti ingenti. Sul fatto che dobbiamo ricorrere a un istituto bancario purtroppo non ci sono dubbi, visto che di soldi disponibili non ce ne sono, però la speranza è che la gente dia, per quanto può, una mano».LU.FI.

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