<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Profughi assediati a Roncolevà
«Pietre lanciate contro la casa»

Manifestanti davanti alla villetta di Roncolevà che ospita i profughi
Manifestanti davanti alla villetta di Roncolevà che ospita i profughi
Manifestanti davanti alla villetta di Roncolevà che ospita i profughi
Manifestanti davanti alla villetta di Roncolevà che ospita i profughi

Sassaiola contro la casa che ospita i profughi a Roncolevà, urla per insultarli, fari puntati al loro arrivo e operatori costretti a barricarsi nella struttura. È durissima la denuncia sugli episodi di intolleranza lanciata da un folto gruppo di associazioni veronesi che operano nel campo sociale, una settantina. Aderiscono al cartello Verona che dialoga che si sofferma sulle vicende della piccola frazione del comune di Trevenzuolo e, in generale, in tutta la provincia di Verona sul problema dell’accoglienza dei richiedenti asilo. I portavoce di Verona che dialoga sono don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro missionario diocesano, Carlo Melegari presidente del Centro studi immigrazione (Cestim) di Verona, e Mao Valpiana presidente nazionale Movimento Nonviolento, denuncino all’opinione pubblica, con un comunicato stampa, che «i giovani giunti a Roncolevà lo scorso primo luglio sono stati accolti da insulti, sia loro che gli operatori della cooperativa che gestisce la casa in cui sono ospitati. Nella notte del 30 giugno, che ha preceduto il loro arrivo, gli stessi soggetti del comitato spontaneo e di Verona ai Veronesi hanno organizzato un presidio nel vicino piazzale dell’azienda Squassabia, che ha concesso loro l’utilizzo dello spazio. Tale presidio è tuttora in corso. Nella stessa notte del 30 giugno, hanno lanciato pietre contro la casa, al punto che gli operatori sono stati costretti a barricarsi all’interno. L’auto del presidente è stata presa a pietrate, con cristalli distrutti e danni consistenti. Durante la notte di sabato primo luglio, la prima notte che i richiedenti asilo hanno trascorso nella casa, si è assistito anche a scene che ricordano letteralmente i pogrom contro gli ebrei: gli stessi soggetti del comitato e di Verona ai Veronesi hanno puntato i fari contro la casa e nello specifico contro i richiedenti asilo, apostrofandoli come “scimmie”, e altri epiteti fortemente offensivi, oltre a intimare loro di lasciare la struttura».

Il documento aggiunge che «come associazioni e gruppi, come cittadine e cittadini, condanniamo gli atti di violenza razzista che si stanno verificando a Roncolevà e ci impegniamo a vigilare affinché non si ripetano. Ribadiamo la necessità che la legalità sia rispettata e che le diverse opinioni siano espresse sempre considerando la dignità di ogni persona. Richiamiamo alla responsabilità ogni singolo cittadino e cittadina, anche in questo periodo di vacanza, per garantire il rispetto dei principi basilari di civiltà e umanità. Chiediamo inoltre a chi ne ha il dovere, in primis la Prefettura che è responsabile dell’accoglienza, di mettere fine a simili atti di violenza e di prevenirne di nuovi, e di impegnarsi seriamente in una gestione adeguata dell’accoglienza, che tuteli i diritti di tutti».

La denuncia all’opinione pubblica di tale episodi di intolleranza, non solo a Roncolevà, «potrebbe anche essere formalizzata agli organi di polizia», osserva Mao Valpiana. «Noi siamo per il rispetto della legalità a favore di tutti e al rispetto di tutti e dei diritti di legge che hanno come richiedenti asilo, diritti che rischiano di essere violati», dichiara Valpiana. Aggiunge poi quanto sia preoccupante la presenza di sindaci alla manifestazione di Roncolevà, ma anche altrove, «manifestazioni che stanno degenerando col rischio di avere anche l’appoggio dei rappresentanti delle amministrazioni locali». Sottolinea che il clima nei va via via surriscaldandosi «e si rischia di passare dalle parole ai fatti, con episodi di violenza. Rischio che vogliamo evidenziare con questa nostra denuncia. Bene i dibattiti, lo scambio di opinioni, ma all’interno di un contesto democratico che, alla luce dei fatti, non sembra che sia così. C’è bisogno urgente di riportare il pur necessario dibattito sui temi dell’immigrazione nell’alveo di una democratico confronto, senza prescindere, mai, dal rispetto della persona e della legalità».

Lino Fontana

Suggerimenti