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Presidio anti profughi spostato
Il sindaco convoca l’assemblea

Una manifestazione di protesta per l’arrivo dei profughiI profughi nel cortile della villetta nella frazione di Roncolevà di Trevenzuolo
Una manifestazione di protesta per l’arrivo dei profughiI profughi nel cortile della villetta nella frazione di Roncolevà di Trevenzuolo
Una manifestazione di protesta per l’arrivo dei profughiI profughi nel cortile della villetta nella frazione di Roncolevà di Trevenzuolo
Una manifestazione di protesta per l’arrivo dei profughiI profughi nel cortile della villetta nella frazione di Roncolevà di Trevenzuolo

La presa di posizione di Verona che dialoga con un documento di condanna delle manifestazioni di protesta contro un gruppo di rifugiati, avvenute a Roncolevà il giorno del loro arrivo, ha sortito un primo effetto. Un abbassamento dei toni della protesta che lo stesso presidente della cooperativa Vesoprobo di Vercelli, Islao Petrarca, riconosce. «Abbiamo appreso con soddisfazione della solidarietà espressa nei nostri confronti da parte dalle numerose associazioni di volontariato veronesi, in primis il mondo cattolico. Dobbiamo notare», aggiunge, «che dopo la loro presa di posizione, ad esempio, la notte scorsa è trascorsa nella totale calma e non si sono verificati movimenti. Di giorno si vedono solo alcune persone che presidiano il gazebo ora spostato dirimpetto alla villetta sul lato opposto della strada provinciale».

Infatti, ieri mattina, i manifestanti hanno abbandonato il terreno privato della ditta Squassabia, per trasferire il presidio poco distante.

Petrarca sottolinea che «la cooperativa è qui per lavorare e non per sfruttare come ci si accusa. Abbiamo incontrato il sindaco di Trevenzuolo per instaurare un modo di lavoro virtuoso».

Rimane però lo strascico lasciato dalle accuse mosse da Verona che dialoga verso il presidio per gli episodi di intolleranza che sono avvenuti nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio (giorno di arrivo dei profughi). Accuse respinte in toto dal comitato spontaneo dei cittadini di Roncolevà che sta gestendo in via continuativa il presidio davanti alla villetta che ospita i profughi.

I componenti del comitato si dicono meravigliati del comunicato stampa sottoscritto dalle associazioni veronesi e chiedono ai loro esponenti di recarsi al presidio per comprenderne la natura. Viene rimarcato con forza che la notizia dell’arrivo dei profughi ha avuto immediata risonanza anche nei paesi limitrofi e in poche ore sono state tantissime le persone che si sono ritrovate davanti alla casa per manifestare da subito il loro disappunto. «Immediatamente è partita una manifestazione spontanea rivolta alla cooperativa e in particolare al suo presidente che quella sera era nell’abitazione con alcuni collaboratori. La cosa che non è stata sottolineata a dovere è che i migranti non erano ancora arrivati», sottolinea Paola Reani uno dei portavoce del comitato. «Sono rimasta basita», aggiunge, «da come questa nostra manifestazione che vuole colpire un sistema a difesa della dignità umana sia stata strumentalizzata».

Il presidio va avanti da 15 giorni interrottamente, coinvolge anche mamme e nonni «e l’intenzione non è certo quella di colpire gli ospiti. Anzi, al contrario, a fronte delle richieste di alcuni degli ospiti di avere un bicchiere d’acqua il presidio non ha certo voltato le spalle» osserva ancora Reani.

«Tutti sono concordi nel contrastare le modalità che le cooperative stanno utilizzando per la gestione di questa emergenza sociale». I componenti del comitato si dicono particolarmente dispiaciuti di aver visto etichettare il loro paese come razzista «quando il trenta per cento delle famiglie che abitano qui a Roncolevà (che conta circa 700 abitanti, ndr) sono extracomunitarie e perfettamente integrate tanto da far parte loro stessi del presidio. Gli ospiti del centro stanno girando da giorni liberamente per il paese e giocano a calcio nel parco con i nostri figli», aggiunge un altro presidiante. «In merito alle urla discriminatorie, le uniche provenienti dal presidio», aggiunge ancora la portavoce, «inneggiavano alla dignità umana, tanto che gli stessi ospiti hanno capito bene quale fosse il messaggio che il presidio voleva lanciare loro».

Intanto per evitare strumentalizzazioni, anche politiche, della protesta e del presidio, gli organizzatori si sono dati delle regole comportamentali chiare e precise: non sono graditi comportamenti razzisti e incivili di qualsiasi tipo e che chi non condivide tale pensiero e principio è invitato a lasciare il presidio. «Questo è il pensiero che il presidio ha da sempre espresso dissociandosi da altre forme di manifestazione che non corrispondono alla propria natura».

Su quanto sta accadendo a Roncolevà interviene anche Sinistra Italiana di Verona che chiede al Prefetto di «intervenire, in collaborazione con la magistratura e le forze dell’ordine urgentemente ed in modo efficace e risolutivo nei confronti di coloro che a totale disprezzo delle leggi, dei valori umani e delle disposizioni istituzionali, assediano violentemente 20 rifugiati arrivati il primo luglio nella frazione di Roncolevà presso la casa in cui sono ospitati da una cooperativa».

Infine, il sindaco Roberto Gazzani annuncia che lunedì alle 21, a Roncolevà, si terrà una assemblea pubblica nel cortile della sala civica Tre cime per dibattere e informare i cittadini sul tema dell’arrivo e dell’accoglienza dei profughi in paese.

Lino Fontana

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