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Pista ciclabile, i sindaci si lamentano

Il sindaco Anna Maria Bigon con l’eurodeputato Damiano Zoffoli
Il sindaco Anna Maria Bigon con l’eurodeputato Damiano Zoffoli
Il sindaco Anna Maria Bigon con l’eurodeputato Damiano Zoffoli
Il sindaco Anna Maria Bigon con l’eurodeputato Damiano Zoffoli

La visita dell’eurodeputato Damiano Zoffoli all’ex base missilistica e a villa Balladoro, a Povegliano, si è trasformata in un incontro di doglianze dei sindaci del comprensorio, lunedì sera. Gli amministratori hanno manifestato al politico la loro delusione per il mancato finanziamento regionale, già stanziato, della pista ciclabile delle Risorgive.

Un’opera con un progetto già in stato avanzato, redatto dal Consorzio di bonifica Veronese, su commissione dei Comuni di San Giovanni Lupatoto (capofila), Zevio, Buttapietra, Vigasio, Castel d’Azzano, Povegliano, Villafranca e Valeggio.

La visita si è conclusa in villa Balladoro, con il deputato Diego Zardini (Pd) e il sindaco di Povegliano Anna Maria Bigon. Qui primi cittadini, presidente e ingegneri del Consorzio e rappresentanti della Federazione Amici della bicicletta di Verona hanno sollevato la questione. Per i Comuni il progetto è stato un capolavoro di collaborazione tra enti senza precedenti, sul quale però è arrivata la doccia fredda: la Regione spiega di avere a disposizione solo 14 dei 27 milioni di euro promessi l’anno scorso per 23 progetti di ciclabili. E quello delle Risorgive, per il quale aveva stanziato 1,5 milioni di euro su una spesa complessiva di due milioni, è dodicesimo in graduatoria e ora è il primo dei non finanziati.

«I nostri cittadini erano già con la bicicletta in mano ed è difficile spiegare loro che il milione e mezzo è andato perso», ha spiegato Antonello Panuccio, sindaco di Castel d’Azzano. «La soluzione va trovata. Ci abbiamo lavorato tanto. Non era mai successo che tanti Comuni insieme trovassero piena condivisione. Perciò che venga dall’Europa, dal Governo o dalla Regione, troviamo una strategia d’uscita». «Abbiamo lavorato tutti e ora la delusione è grande», ha aggiunto Aldo Muraro di Buttapietra, rivolgendosi a Zardini e Zoffoli. «Vi chiediamo cosa dobbiamo fare».

Uno spiraglio si apre perché uno dei progetti finanziati sembrerebbe uscire dai giochi, liberando circa 400mila euro. Ma occorrerebbe comunque un altro milione. Zardini nel frattempo cerca di capire se il taglio è avvenuto a livello regionale o statale.

Anche il Consorzio è «demoralizzato». «Ci abbiamo creduto molto», ha detto il suo presidente Antonio Tomezzoli. «Abbiamo messo a disposizione superfici, argini e alzaie, evitando espropri, e il nostro ufficio tecnico per redigere il progetto ora definito. La delusione è molta, ma probabilmente si sapeva già dall’inizio che non c’erano i finanziamenti». Il fondo per le ciclabili è stato annunciato nell’aprile scorso a un mese dalle elezioni regionali. E c’è chi ritiene, come il sindaco di Povegliano Anna Maria Bigon, sia stata una promessa da campagna elettorale.

Ha difeso il progetto, l’ingegnere del Consorzio Roberto Bin: «Abbiamo chiuso l’iter nei tempi. Eravamo pronti per andare a cantiere. Questa pista correrebbe sul canale raccoglitore di fine Ottocento dall’Adige al Mincio, attraversando le risorgive. È un gioiellino ed è un delitto non portarla a termine». Anche perché sarebbe una risorsa per il territorio come ha confermato Angelo Tosoni, sindaco di Valeggio: «La ciclabile Peschiera-Mantova che passa per Borghetto porta oltre 80mila ciclisti l’anno che sono un’opportunità per tutti: in modo leggero vengono a conoscere il nostro territorio d’entroterra. È un sistema che non deve scappare per un cavillo. È una bella opera e una causa giusta».

Controcorrente solo l’assessore villafranchese Roberto Dall’Oca: «L’Europa può fare poco perché i fondi vengono dati in carico al governo che passa per le Regioni. Se qualcuno ha dubbi sul bando, ci sono gli atti amministrativi. Le gare si vincono e si perdono, non bisogna farne un ragionamento di bandiera. Era un’opportunità importante, ma ce ne saranno altre».

Maria Vittoria Adami

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