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Parco Sigurtà
il più bel giardino fiorito d’Europa

Un viale del parco. Sullo sfondo si staglia il castello di Valeggio
Un viale del parco. Sullo sfondo si staglia il castello di Valeggio
Un viale del parco. Sullo sfondo si staglia il castello di Valeggio
Un viale del parco. Sullo sfondo si staglia il castello di Valeggio

Fra le tante gite possibili in cerca di bellezze naturali (e non) del Veronese ne abbiamo scelta una che più romantica e suggestiva non poteva essere. Stiamo parlando delle colline moreniche del Garda e in particolar modo di quelle meridionali, là dove il Mincio le attraversa da nord a sud prima di raggiungere Mantova. L’interesse di questi luoghi non è solo paesaggistico e ambientale ma anche storico in quanto si tratta del territorio del celebre Quadrilatero dove sono state combattute in epoca risorgimentale battaglie cruciali come quelle (per noi sfortunate) di Custoza.

Da Peschiera sino a Mantova si snoda una bellissima pista ciclabile pressoché pianeggiante che trova nel Ponte Visconteo e nel piccolo borgo medioevale di Borghetto, dominato dalla Mole del Castello scaligero di Valeggio che si staglia sulla collina, il punto più affascinante. Ed è anche il punto in cui molti interrompono la pedalata per due buoni motivi. Da un lato perché i tortellini di Valeggio cucinati nei numerosi ristoranti di Borghetto sono un richiamo pressoché irresistibile. Dall’altro perché, una volta visitato Borghetto e superata una breve strada in salita, si può arrivare a Valeggio e quindi all’ingresso dello splendido Parco-giardino Sigurtà.

Anche i più accaniti estimatori della «wilderness», cioè gli amanti delle zone selvagge non toccate da mani (o piedi) umani, non possono non restare colpiti dall’incanto di questo giardino. Non c’è niente di naturale, d’accordo. E soprattutto nei fine settimana l’eccessiva presenza di visitatori può infastidire. Ma scegliendo oculatamente ora (preferibile il tardo pomeriggio) e soprattutto il giorno (infrasettimanale) si potrà godere la grande armonia di questi 600mila metri quadrati di parco. Dove non mancano querce secolari, laghetti, siepi, monumenti, balconi panoramici...

Il Parco in origine era il «brolo cinto de muro» (1617) del giardino di Villa Maffei (opera di Pellesina, allievo del Palladio), dimora che nel 1859 fu quartiere generale di Napoleone III. Nel Novecento Carlo Sigurtà, avvalendosi di un secolare diritto di attingere acqua dal Mincio, è riuscito a rendere lussureggiante l'arida vegetazione collinare. Successivamente, il nipote Enzo ha realizzato un prototipo di parco-giardino. Sì, un parco ma allo stesso tempo un giardino.

Qual è la differenza fra le due parole? Parco è nome che deriva dal latino «parricum», nel significato di luogo chiuso, recintato e da sempre indica una zona selvaggia, solitamente anche riserva di caccia, ma nel Sigurtà benché vi siano daini non si spara un colpo, ovviamente. Col termine giardino si indica un’area verde e, alla stregua di un parco, ben definita. Però non lasciata a sé stessa, ma coltivata ad arte dall’ uomo.

L’ARCHITETTURA dei giardini inizia a diffondersi in Europa nel periodo rinascimentale elevandosi ben presto ad arte e trovando nelle residenze regali ed in quelle signorili la massima espressione. La moda del giardino si rifà all’estetica dell’Umanesimo edonistico codificata negli scritti di Pietro Bembo, Lorenzo de’ Medici, Giannozzo Mainetti e altri. Uno degli aspetti dell’umanesimo edonistico è infatti la natura idillica in cui ricorrevano alcuni elementi paesaggistici fissi e tipici del «locus amenus» quali fiori, erbe, acque, cascate e alberi sotto le cui fronde si svolgevano scene di vita serena e pastorale.

Nel Parco-giardino Sigurtà non troveremo i pastori, ma cammineremo in un «hortus conclusus» di rara bellezza. La Grande Quercia è una delle attrazioni più amate dai visitatori. Con i suoi quattro secoli di età è la pianta più antica del giardino. Questo albero è considerato un esemplare particolarmente interessante grazie alla perfetta armonia tra il tronco (6 metri di circonferenza) e la chioma (120 metri di circonferenza), che copre una superficie di circa 1.000 metri quadrati. Durante tutto l’anno nei prati del Parco-giardino si succedono fioriture di ogni tipo (iris, rose, dalie, canna indica, ninfee, fior di loto, aster...) ma la fioritura più attesa è quella dei tulipani che avviene ad inizio primavera. Così attesa da essersi trasformata in un vero e proprio evento denominato «Tulipanomania».

Dalla metà di marzo un milione di tulipani, in oltre 300 varietà, colorano infatti i tappeti erbosi del Parco regalando uno spettacolo cromatico indimenticabile.

Eugenio Cipriani

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