Sembrava un sogno, difficile da realizzare e costoso. Ora è realtà. Le sale museali della casa del custode all'ossario di Custoza sono pronte per accogliere i visitatori raccontando le due battaglie risorgimentali del 1848 e del 1866, ma anche la nascita del sacrario, attraverso strumenti multimediali avveniristici, pareti occupate da enormi immagini, cronologie, pannelli con riproduzioni fotografiche e documenti originali, filmati con attori che interpretano i protagonisti di quei tempi: nella prima stanza, dedicata alla battaglia del 24 giugno 1866, i combattenti Edmondo De Amicis, Giuseppe Govone e Karl Moring; al piano superiore, nella sala dedicata all'inaugurazione dell'Ossario, don Gaetano Pivatelli, parroco di Custoza che per primo caldeggiò un luogo di sepoltura comune per i soldati caduti, e lo scrittore Camillo Boito.
Pezzo dominante della stanza, un modellino in scala dell'ossario. Il progetto, proposto tre anni fa dall'associazione culturale Crèa di Custoza, presieduta da Stefano Adami, è il frutto dell'immaginazione e della professionalità dello storico e regista teatrale Carlo Saletti tradotte al concreto dal grafico Roberto Salieri. Tante le chicche del nuovo museo che fa parlare tra loro metodi didattici e multimediali con documenti antichi riprodotti e bacheche topografiche. L'intervento oltre alle sale della casa ha coinvolto anche la cappella Pivatelli, restituita alla sobrietà originale, e il piccolo museo nella torre dotato di nuove teche dove saranno esposti i reperti. Il progetto è stato finanziato per 90mila euro dalla presidenza del consiglio dei ministri dopo una visita dell'allora sottosegretario Luca Lotti e per 60mila euro dal Comune di Sommacampagna.