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Omaggio al poeta Glauco Pretto
La biblioteca è intitolata a lui

Don Francesco e, sullo schermo, il poeta Glauco Pretto FOTO PECORAIl sindaco Lucio Buzzi scopre la targa in memoria di Glauco Pretto
Don Francesco e, sullo schermo, il poeta Glauco Pretto FOTO PECORAIl sindaco Lucio Buzzi scopre la targa in memoria di Glauco Pretto
Don Francesco e, sullo schermo, il poeta Glauco Pretto FOTO PECORAIl sindaco Lucio Buzzi scopre la targa in memoria di Glauco Pretto
Don Francesco e, sullo schermo, il poeta Glauco Pretto FOTO PECORAIl sindaco Lucio Buzzi scopre la targa in memoria di Glauco Pretto

«Povegliano e i libri ispirarono in gran parte la sua vita e i suoi scritti». Con queste parole impresse su una targa, giovedì sera in villa Balladoro, il paese ha reso omaggio a Glauco Pretto, intitolandogli la biblioteca comunale. C’erano amici e parenti dell’eclettico poeta e storico, scomparso un anno fa e primo (per ora unico) cittadino onorario del paese. La targa, creata da Silverio Soffiati, verrà apposta all’entrata della biblioteca quando la pratica sarà completata. Paolo Bertezzolo ha messo in luce una delle più grandi qualità del suo amico Pretto: «Ha scritto cose importanti, ma sempre con lo spirito di un fanciullo. Crescendo si perde questa caratteristica, ma a lui non è accaduto». Mentre altri si alternavano al microfono alle loro spalle un’immagine di Pretto, in piedi appoggiato ad un tavolo con un braccio che sorregge l’altro mentre la mano sfiora il mento, guardava il pubblico. Pino Agostini ha sottolineato l’affetto che lo storico amico aveva nei confronti del paese: «Aveva un grande amore anche per il santuario della Madonna dell’Uva Secca. Per lui il mondo era Povegliano, o meglio, Povegliano era il mondo». La nipote Fausta Gastaldelli, prima di leggere la poesia Le mudante col corpeto, ha detto: «È qui con noi. Ho scelto questo poema per dare un tocco leggero alla serata, come avrebbe voluto anche lui».

È stato punto di riferimento del Circolo dei lettori di Verona e molti soci hanno letto altri versi. Ulteriori ricordi sono riaffiorati dalla voce di Don Francesco Dal Dosso, ex parroco di Dossobuono, legato al poeta da forte amicizia. «Un anno aveva scritto per noi la Via Crucis». Don Domenico Romani, responsabile della casa editrice mazziana, ha sottolineato l’impegno di Pretto proprio alla biblioteca del Don Mazza: «È venuto ad aiutarci fino a quando ha potuto, mettendo a disposizione il suo meticoloso ordine». La figlia Annalisa, commossa, ha detto: «Papà sarebbe stato felice di vedere la partecipazione che anche questa volta Povegliano gli ha dimostrato».

Nicolò Vincenzi

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