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Odore di benzina nei limiti «Ma noi stiamo poco bene»

Il deposito di idrocarburi a Mozzecane FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAIl vice sindaco Mauro Martelli e il sindaco Tomas Piccinini
Il deposito di idrocarburi a Mozzecane FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAIl vice sindaco Mauro Martelli e il sindaco Tomas Piccinini
Il deposito di idrocarburi a Mozzecane FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAIl vice sindaco Mauro Martelli e il sindaco Tomas Piccinini
Il deposito di idrocarburi a Mozzecane FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAIl vice sindaco Mauro Martelli e il sindaco Tomas Piccinini

Nicolò Vincenzi Che quello delle esalazioni di benzina fosse un argomento sentito a Mozzecane lo si poteva intuire solamente dando uno sguardo alla sala consigliare Antonio Manganelli lunedì sera. Sono stati molti i cittadini che hanno affollato il municipio per partecipare alla serata, organizzata dalla amministrazione, per capire di più sugli odori acri che da ormai un anno attanagliano chi abita nei pressi della ditta di stoccaggio di carburante in centro paese. La conclusione dell’incontro, però, non ha dato ai cittadini quello che si aspettavano. Il Comune ha messo in pratica (e, a detta del sindaco Thomas Piccinini, «continuerà a farlo») tutti i mezzi a sua disposizione, ma se le concessioni e i valori dell’atmosfera, del sottosuolo e dei rumori non superano i limiti consentiti per legge «non possiamo, per ora, fare nulla», ha spiegato il vicesindaco Mauro Martelli. Proprio lui, dati alla mano, ha analizzato la situazione. Gli occhi hanno seguito i risultati delle tante analisi condotte proiettate su uno schermo al centro della stanza. Alla fine i cittadini hanno espresso le loro perplessità. Hanno posto l’accento sui disagi che le esalazioni producono e la preoccupazione per la propria salute, oltre alla seccatura dovuta all’aumento del traffico. Martelli ha spiegato che le competenze del Comune sono limitate e proprio per questo ha chiesto il supporto di altri professionisti (gratuitamente). «Abbiamo il dovere di garantire la salute pubblica e dell’ambiente (casi in cui si può interrompere l’attività), ma, stando ai dati, oggi non c’è questo tipo di rischio», ha precisato. Il vicesindaco ha ripercorso le tappe che hanno portato alle analisi condotte sul sito, sottolineando che la ditta opera grazie a una concessione prefettizia degli anni 50. Attualmente l’impianto si trova in pieno centro paese in una zona che diventerà residenziale, quando la ditta avrà cessato lì l’attività. La stessa azienda infatti ne sta realizzando uno analogo in zona industriale, ma i tempi del trasferimento non sono ancora certi. «L’iter è iniziato», ha snocciolato il vice sindaco, «nell’aprile del 2016 nell’ambito di una causa civile». I dati a seguito di indagini ambientali avevano fatto emergere un superamento, in due punti all’interno del sito, dei limiti di idrocarburi pesanti, benzene, toluene e xilene. «Dopo questo primo passo, dunque, è stato necessario un piano di caratterizzazione (proposto dalla ditta stessa e cui ne sono seguiti altri) e di analisi del rischio». Di conseguenza sono state indette diverse Conferenze di servizi con Provincia, Arpav, Ulss, la ditta e i tecnici del Comune di Mozzecane. Martelli ha poi spiegato come sia necessario prendere le contromisure adeguate perché non ci siano rivalse nei confronti del Comune, rispondendo a chi chiedeva lumi su chi dovesse bonificare l’area quando (e se) verrà dismesso l’impianto. A fronte delle analisi svolte con piezometri nelle falde «la presenza di idrocarburi ha superato i limiti consentiti (poi il sito è stato messo in sicurezza, bloccandone la propagazione). Tale superamento però non riguarda la falda idropotabile», ha chiarito Martelli. «Abbiamo chiesto ulteriori campionamenti per avere un quadro più completo. Ritenevamo che i piezometri messi in precedenza fossero insufficienti». Un secondo aspetto riguarda l’aria: sia per le esalazioni sia per il traffico di camion notevolmente aumentato a partire dal gennaio scorso. Dalle analisi condotte nel periodo estivo, tuttavia, non sono emersi valori fuori dai limiti consentiti o preoccupanti (anche secondo l’Ulss 9 che li definisce trascurabili per un possibile rischio per la salute). «Verranno fatti altri accertamenti», assicura Martelli, “ma abbiamo chiesto un aiuto. Il Comune da solo non può farcela: il costo di queste analisi è pari a mille euro al giorno». Lo stesso vale per l’inquinamento acustico: pure in questo caso non si registrano valori anomali. È stato raggiunto un accordo fra Comune e ditta di ulteriori 52 analisi per atmosfera e rumore e una disciplina dei flussi delle autocisterne. È proprio il transito dei camion ad agitare i residenti di Mozzecane. «Ne arrivano in paese anche 40, 50 al giorno e creano lunghe code», ha rimarcato un cittadino. Lunedì sera era tangibile fra il pubblico la preoccupazione per la salute, ma non solo. L’inquietudine riguarda sì il materiale che viene trasportato, ma anche le cisterne stesse che potrebbero creare rischi improvvisi. «Ci sentiamo impotenti. Respiriamo quell’aria e tante volte ho il vomito», ha raccontato una signora. «È una situazione che ormai è diventata insostenibile tanto da non permettere di tener aperte le finestre. Le esalazioni certi giorni della settimana sono davvero insopportabili», ha spiegato un altro partecipante all’assemblea. I cittadini si sono chiesti cosa possano fare per ovviare il problema, avanzando l’ipotesi di una raccolta di firme. In conclusione il sindaco, rassicurando tutti, ha ribadito: «Faremo ancora tutto quello che è nelle nostre competenze. Per qualsiasi chiarimento le porte del Comune sono aperte». •

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