<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

No ai corridoi umanitari
Il Comune apre allo Sprar

Non ci sarà alcun «corridoio umanitario». L’opzione, alternativa allo Sprar, è stata vagliata ma non è percorribile. Lo conferma il consigliere di maggioranza Adrano Cordioli, capogruppo Pdl, tornando sul tema dell’adesione o meno di Villafranca al sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, lo Sprar appunto, cui sono stati invitati ad aderire tutti i Comuni da parte della Prefettura di Verona, formulando ciascuno un progetto di accoglienza da consegnare entro il 31 marzo.

In queste settimane anche Villafranca sta vagliando la possibilità. Secondo il calcolo della Prefettura, alla città verrebbero assegnate 98 persone, comprese le 44 già ospitate. Il Comune si occuperebbe di loro direttamente, con un piano di accoglienza e integrazione di circa tre anni. Per vagliare ogni aspetto, il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Mario Faccioli di muoversi e trovare soluzioni in tempi brevi. Ma non vedendo soluzioni all’orizzonte la minoranza di centrosinistra, la scorsa settimana, ha revocato il mandato polemizzando sul fatto che il consiglio comunale è tenuto all’oscuro di quanto sta accadendo e che non c’è coinvolgimento con le associazioni del territorio che dovrebbero contribuire all’accoglienza dei rifugiati.

Interviene per questo Cordioli: «La via del corridoio umanitario non è percorribile perché il Comune dovrebbe accollarsi tutte le spese di gestione». Mentre aderendo allo Sprar riceverebbe dallo Stato 35 euro al giorno a persona, a copertura del 95 per cento della spesa, e pagherebbe con fondi propri il restante 5 per cento che, secondo una prima stima, si aggira sui 60 mila euro all’anno, per tre anni circa.

La via del corridoio umanitario era stata vagliata sulla scorta dell’esperienza della Comunità di Sant’Egidio a Roma, che il sindaco due settimane fa aveva visitato. L’intento era quello di ospitare persone tramite il corridoio, appunto, quindi con necessità di protezione ben determinate, anziché accogliere quelle affidate dalla prefettura. Su questo la minoranza, la scorsa settimana, aveva chiesto lumi in una nota stampa, definendo il progetto ambizioso.

«La Comunità di Sant’Egidio mette direttamente il denaro necessario, per noi quindi non è fattibile», continua Cordioli. «In queste settimane sono state cercate tante strade e si arriverà a una soluzione», garantisce rispondendo alla minoranza: «L’adesione va data entro il 31 marzo», continua, «ma gli ingressi poi si effettuerebbero ai primi di luglio. C’è tutto il tempo. In quell’arco di due mesi il progetto verrebbe controllato. Nel caso aderissimo, dunque, per luglio saremmo pronti. Un secondo bando, inoltre, si aprirà a settembre, con i relativi ingressi per gennaio 2018. Non ci faremo trovare impreparati».

Ma per Cordioli sono necessarie molte riflessioni sul tema dell’adesione allo Sprar: «C’è ampia discussione all’interno della maggioranza, ma si riuscirà senz’altro a fare sintesi. Di certo vanno fatte riflessioni a tutto tondo, a cominciare dalle questioni economiche: vero che la cifra di 60mila euro non è alta per il nostro bilancio, ma è anche vero che dobbiamo tenere conto di altre esigenze, la sicurezza, per esempio».

Su un punto Cordioli concorda con la minoranza: il centrosinistra propone, in caso di adesione allo Sprar, l’accoglienza diffusa, ovvero l’ospitalità delle persone dislocate tra frazioni e capoluogo e non accentrate tutte nello stesso luogo: «È la via migliore», conclude Cordioli. «A Rosegaferro già la sperimentiamo ospitando una decina di ragazzi ben inseriti nel nostro contesto».

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti