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Negozi, fa centro chi si specializza

Negozio di generi alimentari in centro a Erbè FOTOSERVIZIO PECORAIl centro storico di Sommacampagna
Negozio di generi alimentari in centro a Erbè FOTOSERVIZIO PECORAIl centro storico di Sommacampagna
Negozio di generi alimentari in centro a Erbè FOTOSERVIZIO PECORAIl centro storico di Sommacampagna
Negozio di generi alimentari in centro a Erbè FOTOSERVIZIO PECORAIl centro storico di Sommacampagna

Le ricette sono diverse ma non sempre il risultato è vincente. Le amministrazioni ci provano a rivitalizzare i loro centri storici ma nella maggior parte dei casi poco si può fare quando, nel raggio di alcuni chilometri, ci sono centri commerciali che catalizzano clienti e acquisti costringendo i negozi di vicinato a chiudere. E lasciando in eredità ai centri storici numerosi locali sfitti. «Quarant’anni fa c’erano più di cinquanta negozi in paese. Ora ne saranno rimasti una decina», ammette il sindaco di Erbè Nicola Martini. Che aggiunge: «Mi dà fiducia un giovane che proprio in questo periodo ha deciso di tentare l’apertura di un nuovo negozio di alimentari. Credo che questo negozi ‘sopravvissuti’ alla crisi e all’arrivo dei centri commerciali dureranno, garantendo un servizio che nelle grandi catene non si trova: con questi negozianti si creano rapporti di confidenza grazie alla vicinanza, non sono ambienti asettici, si ha la certezza di trovare prodotti che altrove non ci sono». QUESTI COMMERCIANTI hanno anche imparato a diversificare i prodotti che vendono per andare incontro alle esigenze dei loro clienti: «A Erbé ad esempio la merceria ha iniziato a vendere libri scolastici». Garantire servizi che nei poli commerciali non si trovano: questo è il segreto. Lo dimostra anche il caso di Caselle, frazione di Sommacampagna molto attiva dal punto di vista commerciale, nonostante la concorrenza della vicina Grande Mela: «Qui ci sono negozi che hanno saputo specializzarsi, come quello per abiti da sposa, l’altro che vende abiti da cerimonia, quello di fotografie», elenca il sindaco Graziella Manzato. «IL PAESE SI TROVA tra Villafranca e Lugagnano di Sona e i nostri negozianti per forza un po’ ne soffrono», ammette Manzato. In realtà a Sommacampagna tante chiusure si erano registrate una decina di anni fa, ora la situazione si è stabilizzata. «Ma rivitalizzare il centro storico è uno degli obiettivi della nostra amministrazione», come dimostra il lancio, nel luglio scorso, del Mercato della terra: «Si svolge alla domenica», spiega il sindaco, «sta portando molte persone in centro tanto che i bar aperti lavorano di più. Quando l’iniziativa si stabilizzerà forse anche altri negozianti decideranno di restare aperti per sfruttare il via vai di gente». A Buttapietra la situazione è difficile, per ragioni anche storiche. «Qui i negozi non hanno mai potuto soddisfare tutte le esigenze dei residenti», ammette il sindaco Sara Moretto. Ma con l’arrivo dei centri commerciali, «che sono dei veri e propri colossi, in molti hanno chiuso. E tra poco», rivela Moretto, «abbasserà la serranda anche lo storico negozio di ferramenta: non ci sono abbastanza clienti. Quello che io suggerisco ai commercianti rimasti è di specializzarsi, di distinguersi. E ai miei cittadini chiedo sempre di fare acquisti nei negozi del paese, perché solo così il centro può restare vivo». SONO GLI STESSI suggerimenti che ogni anno dà il sindaco di Sona, Gianluigi Mazzi, quando manda gli auguri di Natale ai suoi compaesani. Ma ammette: «Vedo che funzionano i negozi che hanno saputo specializzarsi conquistando quelle fettine di mercato che il centro commerciale non può soddisfare». È successo ad esempio a Lugagnano, «dove una ventina di anni fa con l’apertura della Grande Mela molti negozi chiusero: all’epoca nacque anche l’associazione dei negozi di Lugagnano, con l’obiettivo di recuperare il terreno perso. Col tempo molte attività sono riuscite a partire, sfruttando il passaggio di gente e cercando di proporre prodotti e servizi che nei centri commerciali non si trovano. Le nuove generazioni poi hanno saputo migliorare il rapporto con i clienti, diventando quasi dei consulenti, portando anche la spesa a domicilio». L’AMMINISTRAZIONE ha fatto la sua parte, dando un’accelerata alla consulta del commercio che crea attività a favore del territorio, iniziative di marketing trasversale, eventi e servizi come il portale dal quale attingere per assumere persone che abitano nella zona. Anche il sindaco di Isola della Scala Stefano Canazza è convinto che il contributo di un’amministrazione per ravvivare il commercio sia fondamentale. «Noi contiamo su due importanti manifestazioni, la Fiera del riso e la Fiera del bollito che attirano molte persone con vantaggi anche per i negozi del centro. Tuttavia non basta», ammette Canazza, «perché è importante anche creare iniziative, eventi, e da questo punto di vista i nostri commercianti sono molto attivi. Anche il Comune deve però fare la sua parte: ad esempio per il Natale cI sarà una pista di pattinaggio in centro. Questi elementi insieme fanno sì che il commercio sia vivo e che quando qualcuno chiude ci sia sempre un ricambio. Perché gli imprenditori sono spinti ad investire là dove c’è entusiasmo, voglia di fare, ottimismo». •

Francesca Lorandi

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