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Monsignor Piazzi
e il lascito di libri ancora senza casa

Monsignor Piazzi, tra testi antichi e codici da lui amati, quando era prefetto della biblioteca Capitolare
Monsignor Piazzi, tra testi antichi e codici da lui amati, quando era prefetto della biblioteca Capitolare
Monsignor Piazzi, tra testi antichi e codici da lui amati, quando era prefetto della biblioteca Capitolare
Monsignor Piazzi, tra testi antichi e codici da lui amati, quando era prefetto della biblioteca Capitolare

Si era congedato dalla vita, non prima di aver dato disposizioni per quanto aveva di più caro: il suo «tesoro» fatto di libri antichi, volumi di storia e di arte, quadri a tema religioso o di autori contemporanei, incunaboli e pezzi preziosi accumulati nell’arco di una vita, sulle librerie della sua casa a Dossobuono.

La passione per la cultura e per lo studio era il marchio di monsignor Alberto Piazzi, scomparso a 90 anni per malattia il 21 ottobre di un anno fa. E per quel patrimonio aveva disposto già in vita: aveva affidato alla parrocchia il compito di traghettarlo verso la pubblica fruizione offrendolo al Comune.

Ma a distanza di un anno quei libri ancora aspettano una casa. Un luogo accessibile a tutti.

La famiglia, uno stuolo di nipoti e pronipoti, seguendo le volontà del sacerdote, ha lasciato il patrimonio culturale alla parrocchia di Dossobuono, retta da don Andrea Mascalzoni, che lo sta gestendo secondo le indicazioni di monsignor Piazzi tramite il professor Lorenzo Antonini. Quest’ultimo, quando il sacerdote era ancora in vita, aveva per lui scritto al Comune manifestando la sua intenzione di cedere all’ente il fondo. «Ma sinora non è arrivata risposta», spiega Antonini. «I libri sono ora riposti in decine di scatoloni al riparo in un locale parrocchiale».

Si tratta di migliaia di volumi, enciclopedie, libroni e incunaboli del Nuovo e Antico Testamento, libri moderni di cultura generale, di storia e di arte. «Monsignor Piazzi volle scrivere al Comune perché ci teneva che fossero messi a disposizione dei cittadini, magari in una stanza a lui intitolata. Sinora non abbiamo ricevuto indicazioni dal Comune, perciò la parrocchia sta pensando di acquistare delle scaffalature per sistemarvi i libri. E speriamo che, ora che sono iniziati i lavori per la scuola elementare Vittorio Locchi, spunti uno spazio pubblico anche per loro perché la comunità possa utilizzarli. Monsignor Piazzi teneva in modo particolare perché restassero a Dossobuono».

«Sul fondo abbiamo ricevuto solo una lettera scritta quando monsignore era ancora in vita che non ha valenza testamentaria», spiega l’assessore alla cultura Maria Cordioli, «ma se da disposizioni ufficiali risultasse che possiamo acquisire il fondo ben volentieri accetteremo e daremo la giusta valorizzazione a questo patrimonio». Cordioli si riserva di verificare le disposizioni del chierico.

Nel frattempo il professor Antonini, sempre per conto della parrocchia, sta conducendo le operazioni anche per gli altri oggetti di valore lasciati da monsignor Piazzi alla parrocchia stessa. «Ci sono quadri antichi e di autori del Novecento», spiega. «La nostra idea è quella di metterli all’asta e investire il ricavato in opere di beneficenza e a sostegno della comunità. Ci sono anche mobili di pregio della camera e dello studio di Piazzi che saranno invece messi in canonica dove sono molto utili. Ci stiamo coordinando con la famiglia per andare a prenderli».

L’obiettivo principale è non disperdere un patrimonio destinato a Dossobuono e al quale il presule era molto legato: «Era affezionatissimo ai suoi libri», conclude Antonini, «e voleva che qualcuno se ne prendesse carico e che attorno si formasse un circolo che fosse la base sulla quale potesse prendere vita la cultura locale. Ora siamo in attesa che si crei la situazione più opportuna per esaudire la sua volontà».

Maria Vittoria Adami

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