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Misteri e polemiche sul luogo
dove arriveranno 40 profughi

L’assemblea di Buttapietra sull’arrivo in paese di altri 40 profughiGiuseppe Clari
L’assemblea di Buttapietra sull’arrivo in paese di altri 40 profughiGiuseppe Clari
L’assemblea di Buttapietra sull’arrivo in paese di altri 40 profughiGiuseppe Clari
L’assemblea di Buttapietra sull’arrivo in paese di altri 40 profughiGiuseppe Clari

La Giornata mondiale del rifugiato a Buttapietra si è consumata con un no generale all’arrivo in paese di nuovi aspiranti profughi. Un giudizio negativo che è stato espresso nel corso di un’assemblea dai toni accesi, in alcuni momenti addirittura concitati, che è stata indetta al termine del Consiglio comunale di martedì dal sindaco Sara Moretto. Un confronto voluto dal primo cittadino per parlare del fatto che, nell’ambito delle nuove proposte di accoglienza di richiedenti asilo approvate dalla Prefettura, è previsto l’arrivo in paese di altri 40 profughi. Altri, perché già da più di due anni, un albergo di Buttapietra ne ospita un nucleo importante. Attualmente, secondo quanto ha riferito martedì lo stesso sindaco, sono 46. I nuovi immigrati, secondo quello che tutti a Buttapietra pensano ma dicono solo sottovoce, dovrebbero essere accolti in uno stabile di proprietà di un ex-professore di fede politica leghista e con un passato da assessore comunale in una giunta del Carroccio. Cosa che martedì sera egli, si tratta di Giuseppe Clari, ha negato pubblicamente, dicendosi pronto a partecipare ad ogni iniziativa di protesta.

Il confronto con i cittadini si è svolto in una sala civica così piena come non si vedeva da tempo. Una presenza dovuta anche agli inviti diffusi via social dallo stesso sindaco Moretto, che ha spiegato di aver letto sull’Arena la notizia di possibili nuovi arrivi, perché nessuno l’aveva avvisata e da quando l’ha saputo non dorme più la notte. «Io non sono contro queste persone», ha spiegato, «ma a Buttapietra abbiamo già un numero di richiedenti asilo che è quasi il doppio della soglia prevista dal ministero, e, per questo, avevamo già detto no alla proposta del Prefetto di istituire uno Sprar, ovvero un programma di accoglienza comunale». Pur spiegando che in Prefettura le hanno confermato che la pratica per il nuovo centro di accoglienza speciale sta andando avanti, il primo cittadino ha però aggiunto che né l’ufficio territoriale del Governo né la cooperativa di Vercelli, che ha presentato il progetto di accoglienza, hanno dato indicazioni sul luogo in cui gli stranieri verrebbero ospitati. «L’unica cosa che so è che essi dovrebbero arrivare in località Magnano, zona nella quale ci sono anche gli altri e che è vicina a centri previsti in altri Comuni», ha raccontato.

«Sulla scorta delle poche indicazioni che avevo, ho fatto indagini andando quasi casa per casa e un’idea me la sono fatta, anche se non posso dire di più perché potrei incorrere in qualche denuncia». Dalle mezze parole dette dai cittadini è quindi emerso che lo stabile in cui sarebbe previsto l’arrivo dei profughi si trova in una corte in cui abitano 14 persone ed avrebbe problemi di abitabilità. «Posso assicurare che non c’è nessuna situazione di questo genere in atto, cosa che ho già spiegato in un incontro che ho chiesto al sindaco e che può essere confermata anche dall’agenzia immobiliare che sta gestendo la vendita dell’immobile ad una signora di Borgo Roma; vendita che spero di poter concludere questo sabato», ha però detto davanti a tutti il proprietario della casa che, stando ai cittadini, potrebbe diventare Centro di accoglienza. «Io ho sempre fatto politica con la Lega, figuriamoci se faccio cose di questo tipo», raccontava al termine della riunione l'ex-assessore Clari.

Che i presenti all’assemblea ci abbiano creduto o meno, è difficile da dire. Fatto sta che l’incontro si è concluso con l’impegno ad organizzare una manifestazione di piazza per lunedì prossimo (26 giugno). D’altronde, lo stesso sindaco Moretto aveva spiegato di non avere nessun potere per fermare l’arrivo ed invocato l’aiuto della popolazione. Quell’aiuto che è stato espresso, con toni decisi, anche dal rappresentante del comitato Verona ai Veronesi, Alessandro Rancani, che ha raccolto adesioni da vari cittadini. Tutto questo al termine di una serata la cui prima parte, quella istituzionale, aveva fatto emergere la notizia che la presenza dei profughi ha portato al Comune una sorta di premio governativo di 500 euro per ogni persona ospitata all’inizio dell’emergenza e si era conclusa con l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di opposizione Gianpaolo Pighi, Ritorniamo a fare, e Gabriele Filippi, Alternativa civica. Quest’ultimo aveva presentato un documento in cui critica la scelta di non aderire allo Sprar, «che avrebbe ridotto a 22 il numero dei profughi ospitati».

Luca Fiorin

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