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Migranti disidratati sul treno merci

I sei migranti in attesa di essere trasferiti negli uffici della polizia subito dopo essere scesi dal treno merci di fronte a loro FOTOSERVIZIOPECORAIl giovane sofferente di diabete trasportato in ospedaleI pompieri hanno verificato la presenza di migranti su tutti i vagoni
I sei migranti in attesa di essere trasferiti negli uffici della polizia subito dopo essere scesi dal treno merci di fronte a loro FOTOSERVIZIOPECORAIl giovane sofferente di diabete trasportato in ospedaleI pompieri hanno verificato la presenza di migranti su tutti i vagoni
I sei migranti in attesa di essere trasferiti negli uffici della polizia subito dopo essere scesi dal treno merci di fronte a loro FOTOSERVIZIOPECORAIl giovane sofferente di diabete trasportato in ospedaleI pompieri hanno verificato la presenza di migranti su tutti i vagoni
I sei migranti in attesa di essere trasferiti negli uffici della polizia subito dopo essere scesi dal treno merci di fronte a loro FOTOSERVIZIOPECORAIl giovane sofferente di diabete trasportato in ospedaleI pompieri hanno verificato la presenza di migranti su tutti i vagoni

La classe era quella più infima: il vagone merci. Granaglie, per la precisione. Il prezzo era quello di classe da super lusso: dai duemilacinquecento ai tremila euro pagati al trafficante di turno per dieci ore di viaggio dalla Serbia tra polveri, poca aria e buio tanto che, alla fine, non si sono neanche resi conto dello scorrere delle ore. Ecco qui uno spaccato dell’inferno vissuto dai migranti nei loro spostamenti che per qualcuno è durato anche un anno dai paesi del nord Africa, uno solo proviene dall’Afghanistan, fino a Buttapietra. È stata proprio quella piccola stazione ad accogliere i nove giovani, migranti, tutti disidratati tre dei quali sono stati portati subito in ospedale anche se non in condizioni gravi. Uno di loro soffre di diabete e i sanitari di Verona emergenza hanno subito approntato una corsia preferenziale anche perchè non si sa se aveva i medicinali adatti a curare la sua patologia. Dalle 10.30 di ieri, la stazione di Buttapietra si è trasformata nel giro di pochi minuti in un centro di soccorso di questi giovani tra i 17 e i 27 anni, provenienti da Tunisia, Marocco, Algeria e Afghanistan. Sono arrivate le Volanti della Polizia, gli agenti della Polizia ferroviaria, i sanitari di Verona emergenza con l’ambulanza della Croce verde e i vigili del fuoco di Verona. Una task force in grado in pochi minuti di far uscire i migranti da quel vagone merci e soccorrere chi a fatica riusciva a stare in piedi. Ai nove sono state date coperte e sono stati fatti accomodare sul marciapiede della stazione. Mentre i primi tre hanno abbandonato la stazione di Buttapietra a bordo dell’ambulanza, gli altri sei sono stati portati al primo binario per un primo riconoscimento poi sono stati portati negli uffici della Polizia per il loro fotosegnalamento. Sono stati poi rifocillati prima che nel pomeriggio, gli agenti della Polfer li interrogassero sulle modalità del loro viaggio. In serata, poi sono stati affidati ad una cooperativa che curerà la loro accoglienza. A dire il vero, quasi tutti non vogliono restare in Italia: vogliono raggiungere i loro parenti tra Francia, Germania e Belgio. Tutto è iniziato ieri pochi minuti dopo le dieci quando il macchinista sente dei rumori provenienti da uno dei ventiquattro vagoni del treno merci carichi di granaglie provenienti dalla Serbia e diretto a Poggio Rusco dopo aver superato il confine a Villa Opicina. Il convoglio si trova al bivio di Santa Lucia dopo essere partito dal Quadrante europa e il dipendente delle ferrovie opta di fermarsi alla stazione più vicina che è Buttapietra. Una volta sceso, ha la conferma che su quel treno accanto alle granaglie, ci sono anche uomini in carne ed ossa che chiedono aiuto in una situazione non più sostenibile per qualunque essere umano. C’era buio, poca aria, hanno detto i migranti una volta scesi dal treno, e avevano perso la cognizione del tempo. Hanno iniziato a battere sulle pareti in ferro del vagone non appena hanno sentito delle voci vicine in una sosta del treno. Il macchinista ha lanciato l’allarme, avverte il compartimento delle Ferrovie di Verona e poi via via la polizia, il 118 e i vigili del fuoco. I giovani vengono fatti scendere. Per tre di loro, la situazione appare piuttosto delicata. Fanno fatica stare in piedi, uno di loro soffre di diabete. Vengono trasportati subito in ospedale. Gli altri vengono fatti accomodare sul marciapiede del terzo binario della stazione di Buttapietra. Sono stanchi, disorientati, hanno poca voglia di parlare e il loro bagaglio raggiunge la dimensione di uno zainetto. Ad un’ora dal loro arrivo, la polizia sposta i sei giovani rimasti in stazione al primo binario. Iniziano le prime verifiche sulla loro identità. Poi salgono su due Volanti di Polizia e uno della polizia locale di Buttapietra alla presenza del sindaco Saro Moretto e vengono portati negli uffici della polizia a Verona. Nel frattempo, i vigili del fuoco hanno verificato ad uno ad uno tutti e 24 vagoni del treno merci: non c’era nessun altro migrante. •

Giampaolo Chavan

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