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Maxi unione a sei
Riguarda
86mila abitanti

Paola Boscaini (Bussolengo) tra Giovanni Peretti (Castelnuovo) e Angelo Tosoni (Valeggio). Sopra da sinistra Gianni Testi (Pastrengo), Luigi Cadura (Pescantina) e Gianluigi Mazzi (Sona) FOTO AMATO
Paola Boscaini (Bussolengo) tra Giovanni Peretti (Castelnuovo) e Angelo Tosoni (Valeggio). Sopra da sinistra Gianni Testi (Pastrengo), Luigi Cadura (Pescantina) e Gianluigi Mazzi (Sona) FOTO AMATO
Paola Boscaini (Bussolengo) tra Giovanni Peretti (Castelnuovo) e Angelo Tosoni (Valeggio). Sopra da sinistra Gianni Testi (Pastrengo), Luigi Cadura (Pescantina) e Gianluigi Mazzi (Sona) FOTO AMATO
Paola Boscaini (Bussolengo) tra Giovanni Peretti (Castelnuovo) e Angelo Tosoni (Valeggio). Sopra da sinistra Gianni Testi (Pastrengo), Luigi Cadura (Pescantina) e Gianluigi Mazzi (Sona) FOTO AMATO

Sei Comuni della provincia rompono i confini. Bussolengo, Castelnuovo, Pastrengo, Pescantina, Sona e Valeggio stringono un patto dando il via a un percorso che porterà, nella migliore delle ipotesi entro la fine dell’anno, alla nascita dell’ Unione dei Comuni più grande di tutto il Veronese.

L’aggregazione abbraccerà infatti un territorio di 86mila cittadini per i quali, assicurano i sei sindaci, verranno migliorati numerosi servizi. Perché i continui tagli agli enti pubblici stanno mano a mano frenando la macchina amministrativa: mettere in comune forze e risorse non potrà che migliorarne le prestazioni. A vantaggio, ovviamente, dei residenti. Tuttavia il percorso non è facile e quello che è stato firmato ieri nel municipio di Bussolengo – Comune capofila di questa iniziativa – è una sorta di preliminare, un patto col quale viene dato mandato all’Università di Padova, che conta su una serie di docenti specializzati in aggregazioni di questo tipo, di studiare il progetto di fattibilità.

Le motivazioni che hanno spinto i sei sindaci a seguire questo percorso sono due, come ha spiegato Paola Boscaini, alla guida dell’amministrazione di Bussolengo: «Abbiamo la necessità di creare valore per il nostro territorio, anche alla luce dei continui tagli a cui siamo sottoposti e alle difficoltà di organico che abbiamo». «Aggregarci», ha aggiunto, «significa fare sistema su alcuni ambiti che possiamo gestire insieme, dalla polizia locale alla protezione civile, dal pagamento dei tributi all’area amministrativa. In secondo luogo c’è la questione dei contributi e quindi la possibilità di essere più competitivi a livello europeo per conquistare i fondi che l’Ue mette a disposizione delle progettualità territoriali più valide».

UNO STIMOLO che negli anni passati ha spinto diverse amministrazioni a creare aggregazioni «che poi non hanno funzionato», ha sottolineato il sindaco di Pescantina Luigi Cadura, «perché la priorità deve rimanere la valorizzazione del territorio, la creazione di economie di scala che producano vantaggi per i cittadini».

SENZA ANDARE tanto lontano, esempi da evitare ci sono anche nel Veronese, come ha sottolineato il primo cittadino di Castelnuovo, Giovanni Peretti: «L’Unione Adige Guà sta saltando perché il Comune più grande, Cologna Veneta, vuole uscire. La nostra unione deve essere invece più forte delle distrazioni di amministratori poco lungimiranti». Imparare quindi dagli errori (degli altri) e guardare ai modelli positivi, come la Federazione dei Comuni del Camposanpierese, nel Padovano, nata una quindicina di anni fa e alla quale i sei sindaci hanno detto chiaramente di ispirarsi, soprattutto per il modello di gestione: alla guida c’è un dirigente tecnico mentre il presidente (un sindaco) cambia ogni anno, seguendo l’ordine alfabetico dei Comuni che fanno parte della federazione.

«Da due anni ci confrontiamo su questo progetto», ha aggiunto il primo cittadino di Sona Gianluigi Mazzi, «abbiamo il vantaggio di essere un gruppo di amministratori che lavora bene insieme, come dimostrano altre collaborazioni che abbiamo attivato in questi ultimi anni. Tuttavia l’obiettivo è ambizioso e va spiegato nei dettagli ai funzionari dei diversi Comuni, che saranno attori fondamentali in questo percorso».

A questo scopo il 7 giugno, a Bussolengo, ci sarà un incontro con i segretari comunali, i dirigenti e i tecnici dei sei Comuni, ai quali saranno spiegati i vantaggi e i cambiamenti che l’unione porterà: «Sono loro i primi che devono crederci, perché noi ce ne andremo ma loro resteranno e dobbiamo creare un’aggregazione che sia duratura nel tempo», ha precisato Peretti.

ANCHE I CITTADINI devono crederci, «devono capire i vantaggi concreti, anche economici, che avranno, tenendo lontano ogni campanilismo perché l’Unione dei Comuni permette di mantenere l’identità di ogni territorio», ha sottolineato il sindaco di Valeggio, Angelo Tosoni, che è anche vicepresidente di Anci Veneto. «A livello regionale», ha aggiunto, «stiamo sensibilizzando le amministrazioni a erogare servizi su aree vaste, a vantaggio soprattutto di quelle che contano meno abitanti». Lo sa bene Gianni Testi, primo cittadino di Pastrengo, Comune che conta 3mila anime: «Siamo piccoli, sotto organico e con tanti problemi. In questa situazione non vedo futuro, l’aggregazione per noi è la salvezza».

Francesca Lorandi

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