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«Matilde, staremo noi con la tua famiglia»

Gli scout lasciano coltellino, fazzolettone e berretto di Matilde sulla bara
Gli scout lasciano coltellino, fazzolettone e berretto di Matilde sulla bara
Gli scout lasciano coltellino, fazzolettone e berretto di Matilde sulla bara
Gli scout lasciano coltellino, fazzolettone e berretto di Matilde sulla bara

Stringe i pugni forte Carlo Mezzani, il papà di Matilde, quando gli scout si mettono intorno alla bara della figlia per regalarle l’ultimo canto. Li stringe e li agita come a dire: forza, coraggio. Un lungo applauso poi accompagna il feretro della tredicenne portata via da una leucemia fulminante giovedì scorso. La mamma Francesca Corghi, all’uscita, segue il corteo in prima fila assieme all’altra figlia di 11 anni, Sofia. In mano hanno una rosa bianca e una rossa. Lei, maestra alle elementari alle Bellotti, porta con sé i disegni dei suoi alunni che alla fine non resistono, la circondano e le si stringono in un abbraccio pieno di sconforto. Lascia un vuoto disperato la piccola Matilde. Spazio che invece non c’è nella chiesa di Madonna del popolo che non riesce a contenere tutti. È un funerale colorato quello che si è consumato ieri pomeriggio. Sotto l’altare il coltellino, il fazzolettone e il berretto di Matilde. Di fianco c’è il coro e poco più in basso una distesa azzurra: sono tutti gli scout di Villafranca e dintorni che si sono riuniti per l’ultimo saluto. I più grandi abbracciano e rincuorano i più giovani che si lasciano cullare fra le lacrime. Sparse tra i banchi tantissime maglie dai colori sgargianti dei vari grest e campi estivi della parrocchia. A prendere la parola sono i compagni di classe di Matilde, quelli che fino a pochi giorni fa la vedevano entrare dai cancelli delle medie Cavalchini Moro: «Sei stata la miglior compagna di banco di sempre. Ti voglio un sacco di bene e nessuno prenderà mai il tuo posto». Sono voci pulite, giovanissime quelle che davanti al microfono provano a dire parole più grandi di loro e che mai avrebbero pensato di pronunciare: «Sono triste Matilde, ma so che ora ci stai guardando da lassù, rimarrai sempre nel mio cuore. Sei un fenomeno piccola attrice». «Sei come una rosa: all’interno chiusa e all’esterno aperta e semplice. Meravigliosa e da ammirare. Non ti dimenticheremo mai, un bacio». C’è chi nella disperazione le strappa un patto: «Ora che il tuo fragile cuoricino si è spento, insieme ai tuoi bellissimi occhi, studieremo e ci impegneremo di più soltanto per te. Promesso». Ai piedi dell’altare gli oggetti simbolo degli scout, per lei che era guida e punto di riferimento della squadriglia tigri dell’ Agesci Villafranca 1 e figlia di Carlo, storico scout e capo clan di Villafranca. Il cappello, sempre in testa a proteggerla da sole e pioggia; il coltellino in tasca a ricordarle il motto del reparto «siate pronti» e il fazzolettone al collo, emblema del gruppo. «Sei stata leale, cortese e meritevole di fiducia», si alza forte fra la commozione la voce degli scout, «rimaniamo noi qui con la tua famiglia». Durante il funerale, celebrato da don Daniele Cottini, è stata rispettata la richiesta fatta alla vigilia dalla famiglia, di avere una cerimonia con un po’ di vita. Volere rispettato anche quando le mani della compagna di musica di Matilde hanno iniziato a danzare sul pianoforte facendo riecheggiare le note di Schubert. «Con lei eseguivo brani a quattro mani, ma non ce ne sarà un ultimo, continuerà a suonare melodie per colmare i nostri cuori», assicura. «In momenti come questi non servono tante parole», dice in apertura di funzione don Daniele, «quello che conta è la presenza. Una presenza come quella di oggi significa che Matilde sta a cuore a tutta Villafranca». Riprendendo i momenti in ospedale, dopo i malori di una settimana fa, rivolto alla famiglia: «In voi c’era dolore, mai disperazione». Amici, insegnanti, compagni cercano di trattenere Matilde: «Per te ci sarà sempre posto e ci sarà una maglietta pronta per il prossimo grest». •

Nicolò Vincenzi

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