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Marino alla sua Lisetta:
«Sei sempre bella»

Lisetta Zanon tiene in braccio il figlioletto Franco Caldana, circondata dai parentiMarino Augusto Caldana, terzo da sinistra, insieme ad alcuni commilitoni FOTORIPRODUZIONI PECORAMarino Augusto Caldana partito per la Russia
Lisetta Zanon tiene in braccio il figlioletto Franco Caldana, circondata dai parentiMarino Augusto Caldana, terzo da sinistra, insieme ad alcuni commilitoni FOTORIPRODUZIONI PECORAMarino Augusto Caldana partito per la Russia
Lisetta Zanon tiene in braccio il figlioletto Franco Caldana, circondata dai parentiMarino Augusto Caldana, terzo da sinistra, insieme ad alcuni commilitoni FOTORIPRODUZIONI PECORAMarino Augusto Caldana partito per la Russia
Lisetta Zanon tiene in braccio il figlioletto Franco Caldana, circondata dai parentiMarino Augusto Caldana, terzo da sinistra, insieme ad alcuni commilitoni FOTORIPRODUZIONI PECORAMarino Augusto Caldana partito per la Russia

L’amore ai tempi della guerra. Un complicato groviglio di passione, dedizione, voglia insoddisfatta di intimità e di affetto, nostalgia venata di gelosia. Di tutto questo parlano le lettere di Marino Augusto Caldana spedite alla fidanzata Lisetta, poi diventata sua moglie. Una giovane sposa lasciata per sempre nel 1942 insieme al figlio Franco, di cui il papà, impegnato nella campagna di Russia, non riuscì a festeggiare neppure il primo compleanno.

La storia del militare di Povegliano è stata ricostruita da Gaetano Zanotto del Gruppo giovani del paese, da Silvano Lugoboni, ricercatore storico e collaboratore dell’Archivio di Stato di Verona e dalla sezione locale dell’Associazione nazionale del fante, grazie anche al contributo di Franco Caldana, che ha messo a disposizione tutta la documentazione in suo possesso sul padre. Ora è diventata una pubblicazione, che contiene le note biografiche ed anche la riproduzione di lettere e di fotografie di Marino Augusto con i commilitoni o da solo, in posa, in divisa da sergente, con gli stivaloni neri al ginocchio e i pantaloni alla zuava. Il fante nasce nell’aprile del 1912. Il suo documento di nascita però non viene sottoscritto dal padre, Marcellino, che si dichiara analfabeta. Vent’anni dopo Marino Augusto partirà per fare il soldato – ferma obbligatoria di due anni, nel corso della quale acquisirà i gradi di caporale e caporal maggiore – e nel ’34 si congederà. Ma sarà richiamato nel ’36, nel ’39 e nel 1940, anni di un’Italia inquieta, che affila le unghie per l’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale. Nel gennaio del 1939 lo troviamo fidanzato. «Solo nei giorni della mia licenza ho potuto vederti e stringerti al mio petto e ti ho confessato quanto ti amo e quanto ti voglio bene. Lisetta sei sempre bella, nulla è cambiato in te. Ma cosa rimane nel nostro cuore? Un ricordo sempre più vivo e nostalgico. Spesso ti ho veduta nella mia fantasia, tra le braccia di un altro, ed allora un senso di nostalgia, di gelosia e di dolore mi invadeva tutto», scrive il giovane da Treviso. A giugno altre lettere alla fidanzata, questa volta da Bressanone. «So che per la nostra lontananza tu soffri (come soffro io) ma bisogna rassegnarsi. Mi dicono che hanno sospeso tutte le partenze per venire a casa. Io non sono nato qua e credo un giorno di ritornare fra i miei cari e con te che sempre mi sembra vederti. Uffa quando sarà quel giorno…?». Altra posta viene spedita ai genitori, che tranquillizza sempre sul suo stato di salute, e alla cognata, che abita a San Pietro In Cariano.

Nel ’39 Caldana diventa sergente e quindi viene richiamato l’anno successivo dal 79° Reggimento Fanteria Roma, per un paio di mesi. Poi il ritorno a casa, il matrimonio, il figlio in arrivo.

Ma ormai c’è la guerra. Marino Augusto nel 1942 prende servizio nel 202° Battaglione di complemento Mortai da 45, aggregato al 53° Reggimento Fanteria Umbria. Parte per la Russia con la spedizione Armir. Scrive, ostentando ottimismo, a novembre dal fronte, senza mai lamentarsi per le condizioni di vita, il freddo intenso, la fatica. «Lisetta, con anticipo io t’invio i miei migliori auguri del tuo compleanno e così anche di buone Feste natalizie. Per me non pensare o meglio ti assicuro che il prossimo lo passeremo assieme così ci divertiremo anche per questo. Baci continui al nostro Franco, che sempre ricordo». E pochi giorni dopo verga le righe per il figlio: sono gli auguri di compleanno: «Al mio caro figlio Franco, con anticipo invio questa mia prima lettera che con orgoglio ti posso dare dalla Russia. Nel tuo primo compleanno non puoi avere la soddisfazione di avere il tuo padre al tuo fianco, lontano per volontà del nostro Duce e per la necessità della Nazione. Sempre ti ricordo e ti penso, Franco. Ti invio questa lettera dato che nulla posso regalarti». Il marito innamorato, il papà desideroso di abbracciare il proprio bambino non tornerà. Risulterà disperso in Russia il 5 dicembre 1942. Il 10 febbraio 1946 verrà rilasciato il certificato di irreperibilità.

Valeria Zanetti

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