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Lettera segreta per salvare l’asilo Bressan

Pietro Guadagnini, assessore del Comune di PoveglianoL’edificio della scuola materna Monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
Pietro Guadagnini, assessore del Comune di PoveglianoL’edificio della scuola materna Monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
Pietro Guadagnini, assessore del Comune di PoveglianoL’edificio della scuola materna Monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA
Pietro Guadagnini, assessore del Comune di PoveglianoL’edificio della scuola materna Monsignor Bressan a Povegliano FOTO PECORA

Nicolò Vincenzi Luigi Grimaldi A Povegliano si prova di tutto per salvare la scuola materna paritaria Monsignor Bressan. L’ultima carta giocata è stata una lettera segreta, inviata dall’indirizzo di posta elettronica privato dell’assessore Pietro Guadagnini, a fine dicembre, in direzione Venezia. L’ e-mail, inoltrata però con carta intestata del Comune di Povegliano, ha come unico destinatario l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan. Mentre, per presa visione, si legge anche il nome del consigliere regionale di Forza Italia Massimo Giorgetti. È un canale sotterraneo, sfruttando quella tanto decantata filiera politica che unisce l’amministrazione con Venezia, utile per poter arrivare dritti in Regione e non solo. Non si tratta infatti di una semplice richiesta di aiuto. Il documento privato va oltre. Guadagnini, scavalcando sindaco e assessore all’istruzione del paese, chiede sì «un aiuto economico» per la Bressan, ma anche «se sia possibile un intervento presso la Corte dei Conti, al fine di sbloccare la delibera». I giudici a Venezia, infatti, tardano a dare il via libera all’amministrazione bloccando di fatto i finanziamenti che sarebbero oro per l’istituto e per l’intero paese. Ma se la delibera non arriva (ormai i termini sono scaduti da mesi), non c’è spazio per nessuna manovra. Così l’assessore Pietro Guadagnini, di suo pugno, ha tentato l’ultima chance a disposizione. Nella lettera, mai protocollata in Comune, si ripercorrono le tappe che hanno portato all’attuale situazione della scuola materna. «Capisco», è scritto, «che siano molti i comuni in difficoltà, ma al tempo stesso credo che una situazione contabile come quella ereditata da noi (sto bene attento a non formulare colpe, a questo di penserà la Procura), avrebbe messo in ginocchio o alla porta molte altre amministrazioni». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è all’amministrazione Bigon. Se da Venezia nulla si sblocca, dunque, l’alternativa è bussare senza far proclami alle porte degli uffici in laguna e sollecitare che i tempi si stringano perché altre possibilità non esistono. Anzi. Un ultimo tentativo che ha lo scopo di sanare, o ridare fiato, all’unica materna del paese. O per lo meno dare una risposta a genitori e insegnanti che chiedono quanto è stato promesso negli ultimi mesi. Nella lettera si fa riferimento ai tagli che l’amministrazione ha dovuto compiere «al fine di arrivare ad una sostenibilità economica comunale». Dopo aver spiegato il motivo dell’impossibilità di poter erogare ulteriori fondi alla fondazione Bressan che gestisce la scuola, Guadagnini chiede che dagli uffici in laguna si faccia il possibile per superare questo momento di stallo che oggi ha portato a «tagliare il trasporto pubblico, la biblioteca e ogni contributo economico alle realtà associative». La Corte dei Conti ha precluso al Comune ogni tipo di spesa discrezionale tra cui appunto la possibilità di stipulare un accordo con la Fondazione. Il riferimento nella lettera segreta è al disavanzo di oltre un milione conteggiato al 31 dicembre 2015. Da Venezia il documento tarda ad arrivare e quindi ad oggi i margini di una programmazione politica sono ridotti ai minimi termini, per non dire nulli. Niente può essere deciso se le spese rientrano fra quelle cosiddette «discrezionali» e quindi non strettamente necessarie. Come più volte è stato ripetuto dall’amministrazione stessa negli ultimi mesi. E la scuola dell’infanzia, non rientrando fra le scuole dell’obbligo, fa parte del calderone che non può essere toccato. Guadagnini firma la lettera chiedendo un aiuto da amministratore e come assessore alla famiglia: vuole una mano sia dal punto di vista economico, a favore della Bressan, sia di un «sostegno presso la Corte dei Conti al fine di liberare Povegliano Veronese da vincoli e strette». Niente favoritismi, ci mancherebbe, ma un grido lanciato da Povegliano che da troppo tempo è fermo su se stesso. Si fa riferimento alle pressioni «comprensibili» della cittadinanza e alle «mille riunioni e incontri» fatti per riuscire a trovare una soluzione. E poi spiega che la vicenda «esaspera il paese da due anni». Eppure qualcosa si muove. Anche i genitori non stanno a guardare e si rimboccano le maniche. La Bressan è scuola viva, si sente ripetere. Vendita di torte e raccolte fondi danno speranza garantendo corsi, tra i tanti, anche di psicomotricità; ci sono accordi privilegiati con aziende che aiutano nella sistemazione della struttura e con le piscine di Villafranca è stata trovata un’intesa per i corsi di nuoto che inizieranno a breve. Serve però una convenzione, uno sblocco che ogni mese sembra a portata di mano, ma che mai arriva, per poter guardare al futuro con maggior sicurezza. •

Nicolò Vincenzi Luigi Grimaldi

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