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«Lessinia
ieri, oggi
domani»
E 40 anni fa

L’immagine della copertina del numero 40 del «Quaderno» della Lessinia
L’immagine della copertina del numero 40 del «Quaderno» della Lessinia
L’immagine della copertina del numero 40 del «Quaderno» della Lessinia
L’immagine della copertina del numero 40 del «Quaderno» della Lessinia

È un numero imperdibile, l’ultimo, il quarantesimo, del quaderno culturale La Lessinia - Ieri, oggi, domani per la tappa importante dei quattro decenni di vita in cui sono stati pubblicati oltre 1.150 articoli per un totale che supera le 8.600 pagine: una vera enciclopedia della Lessinia, com’è stato più volte ripetuto.

L’ultimo numero si differenzia anche per un’importante e attesa novità: alle 250 pagine del volume è allegato un dvd con gli articoli di tutti i primi quaranta numeri del Quaderno in formato pdf dal 1978 al 2017, completi di indice e tutto per soli 15 euro. Su suggerimento dell’Accademia della Lessinia onlus, che gestisce il Quaderno, è stato encomiabile lo sforzo di Luca e Daniele di Gianni Bussinelli Editore per arrivare a chiudere i festeggiamenti del quarantesimo sia con il dvd allegato sia con la ristampa negli ultimi tre anni dei primi tre numeri del Quaderno da tempo esauriti. La presentazione del volume al teatro Orlandi di Velo è stata l’occasione anche per ricordare con le parole della moglie Margherita Frigo, il ventennale della morte di Lorenzo Sorbini, direttore del Museo civico di Storia naturale di Verona, che con Attilio Benetti, Eugenio Turri, Piero Piazzola e don Alberto Benedetti fu tra i promotori della rivista, oltre che direttore di redazione per 16 anni.

«Dall’entusiasmo che ci fu all’inizio era presumibile che il Quaderno sarebbe continuato così a lungo», ha ammesso Margherita Frigo Sorbini, annunciando per il prossimo ottobre un convegno a Verona che ricorderà la figura umana e l’opera del marito, e uno più scientifico, guidato da Roberto Zorzin il prossimo novembre a Verona e a Bolca.

«I quaranta numeri del Quaderno contribuiscono a mettere in risalto l’inestimabile valore del patrimonio della Lessinia», ha scritto il direttore Ugo Sauro nella presentazione, «di sui sono parte non solo la montagna ma anche necessariamente coloro che ci vivono, che ci sono vissuti e la frequentano, la scoprono e la amano».

Tra tutti lo stesso Sauro, autore del saggio di apertura («Montagne lontane») in cui analizza le cime visibili dai Lessini anche a grande distanza e conclude proponendo il diritto per i montanari di gestire in prima persona i territori in cui vivono, in una confederazione che comprenda i territori montani delle Alpi a cui sia riconosciuta autonomia a scala sovraregionale.

Una proposta meno utopistica è quella dell’architetto Vincenzo Pavan, che chiede la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio architettonico della Lessinia mediante l’istituzione di un museo della cultura rurale. Porta esempi analoghi, presenti in Italia e all’estero e sollecita la costituzione di «un gruppo di studio che integri musei con economia agricola, scelga un sito e un complesso rurale da recuperare, connesso a soggetti pubblici, privati o in associazione, in grado di sostenere l’iniziativa dalla fase progettuale al recupero e alla gestione».

L’idea di Pavan è di salvare una contrada dalla cancellazione «perché ciò che scompare definitivamente è l’autenticità. Si può ricostruire la forma, ma non si può sostituire il materiale; ogni pezzo di pietra è un’opera singola che porta impresso il vigore e la maestria di chi l’ha scolpito. Il vissuto di queste pietre il loro calpestio sono cose che non si possono ricostruire né restituire se non nel ricordo, una volta perse per sempre, e siccome fra 20-30 anni scomparirà tutto di quello che oggi vediamo, almeno salviamo una contrada, un baito, una casara per testimoniare com’era la Lessinia vera».

C’è chi non lavora con le pietre ma con la vita per conservare la Lessinia di un tempo, come l’Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna, razza autoctona di antica origine, riscoperta e salvata dall’estinzione grazie a un manipolo di allevatori appassionati che sul Quaderno raccontano la loro storia.

Ci sono moltissimi altri contributi, nella sezione scienze naturali, in quella di preistoria e archeologia, in quelle di storia, tradizioni e memoria popolare, segno della vitalità di un territorio e dell’interesse che ancora suscita. V.Z.

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