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La vecia va a fuoco Ma i volontari
fanno il miracolo

Giovedì sera i vigili del fuoco sono stati impegnati a spegnere l’incendio della «vecia»
Giovedì sera i vigili del fuoco sono stati impegnati a spegnere l’incendio della «vecia»
Giovedì sera i vigili del fuoco sono stati impegnati a spegnere l’incendio della «vecia»
Giovedì sera i vigili del fuoco sono stati impegnati a spegnere l’incendio della «vecia»

È finita con una bella colazione a base di pane, cotechino e vino rosso per tutti, ieri mattina. E con un concorso di forze che in pochissime ore ha ripristinato la catasta di legna da bruciare per l’Epifania. Lo sappia chi, giovedì sera, per scherzo, noia o solo per inciviltà, ha dato fuoco alla «vecia» allestita nel campo vicino all’ospedale di Valeggio.

Il cumulo di cassette, pallet e ramaglie, con una strega dal manto azzurro, era stato ultimato giovedì sotto la supervisione del sindaco Angelo Tosoni. Era pronto per essere bruciato l’indomani. Ma giovedì sera, attorno alle 23.30 qualcuno ha chiamato la protezione civile: la catasta andava a fuoco.

Sono accorsi carabinieri e pompieri che hanno tentato di spegnere l’incendio, ma la «vecia» è diventata un cumulo di ceneri.

Su quelle ceneri, però, ieri mattina è risorta una nuova catasta grazie al contribuito di tutti. Alcuni agricoltori hanno portato delle grosse balle di fieno; altri rami di pesco potati, altri di vite. Una cooperativa e un supermercato hanno messo a disposizione pallet di legno. E con camion, trattori e ragno meccanico, una decina di volontari ha ripristinato «la vecia». Con loro anche il sindaco Tosoni che così commenta la cattiva abitudine, ormai diventata prassi, di dar fuoco ai falò prima del tempo: «Grandi soddisfazioni per piccoli uomini. Anche gli altri anni qualcuno ha tentato, senza riuscirci. Stavolta l’innesco è andato a buon fine e la catasta si è bruciata in pochissimo tempo».

Ma non tutto il male vien per nuocere. Col diffondersi della notizia, tutti si sono dati da fare, chi per fornire materiale per rifare il cumulo di legna, chi per portare aiuto. E mentre i volontari lavoravano, alcune signore hanno allestito un tavolo tagliando panini e imbottendoli di cotechino, serviti con un bel bicchiere di vino rosso casalingo ai lavoratori. «La cosa bella è che tutti si sono mossi perché i bambini non restassero senza spettacolo. E siccome i volontari non c'è verso di ripagarli, li abbiamo tentati con un bel panino», continua Tosoni: «Si è mobilitata tutta la comunità. La soddisfazione per questa reazione generosa e immediata compensa la rabbia per il gesto e ci ripaga molto di più».

Alla faccia, dunque, di chi si diverte con molto poco. Purtroppo non c’è verso di fermare questo gioco diventato ormai un’abitudine. La stessa cosa è avvenuta giovedì notte in via Edoardo Bassini a Vigasio. Nei giardini pubblici la Pro loco, dopo anni di fermo, aveva deciso di ripristinare la tradizione della «vecia» quest’anno, preparando la catasta. Alla quale però qualcuno ha dato fuoco poco dopo la mezzanotte. Anche qui i volontari non si sono demotivati e hanno ricostruito la catasta, bruciata poi ieri pomeriggio.

È stata esentata quest’anno, invece, la «vecia» di Mozzecane, vittima per due anni consecutivi dell’incendio anticipato in notturna. «Penseremo a una ronda», conclude Tosoni. «Purtroppo non si può fare la catasta il 6 gennaio: è giorno di festa, la gente vuole stare con le famiglie o andare a messa. Pagheremo qualcuno che vigili durante la notte».

Neanche a Valeggio, comunque, la tradizione si è fermata. Alle 18 i cittadini si sono radunati davanti al grande falò guardando col naso all’insù il punto in cui le fiamme del fuoco diventano un turbinio di scintille, affidando loro i cattivi pensieri e cercando invece nel roteare delle «falìe» qualche buon auspicio per l’anno nuovo.

Maria Vittoria Adami

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