Ha aperto i battenti, sabato, la mostra «Gli anni della Pittura analitica. Esperienze in Triveneto», a cura di Michele Beraldo, ospitata a palazzo Bottagisio a Villafranca fino a fine giugno.
L’esposizione, a ingresso gratuito, è un’iniziativa in tandem con Verona che ospita alla Gran Guardia «Gli anni della Pittura analitica. I protagonisti, le opere, la ricerca», a cura di Alberto Rigoni e inaugurata sempre sabato, nel pomeriggio, dal critico d’arte Philippe Daverio, curatore del catalogo. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea, in collaborazione con Ferrarin Arte e col patrocinio dei Comuni di Verona e di Villafranca, di ArtVerona – Art project fair e del Consiglio regionale.
Per la parte villafranchese, all’inaugurazione era presente il curatore Beraldo. La mostra sarà aperta ogni sabato e domenica fino al 29 giugno, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, alla festa della Repubblica del 2 giugno e dal 27 al 29 giugno, in occasione della fiera patronale dei santi Pietro e Paolo.
La mostra ripercorre la nuova epoca stilistica della pittura analitica che mosse i primi passi alla fine degli anni Sessanta per inoltrarsi negli anni Settanta, in Europa, ma soprattutto in Italia, grazie a molti artisti che tentarono di rifondare la disciplina pittorica con l’obiettivo di individuare elementi caratteristici di questo linguaggio e sondarne tutte le possibilità. L’Italia fu l’epicentro del movimento pittorico.
La sezione al Bottagisio sarà dedicata ai principali artisti triveneti che hanno incrociato i loro percorsi con la corrente Analitica: l’istriano Paolo Patelli, che più di altri ha saputo condurre un’analisi dei supporti sui quali si dipinge; Aldo Schmid che con Mauro Cappelletti e il Gruppo di Astrazione oggettiva è stato tra i più originali artisti trentini del Novecento, coniugando arte e metodologia scientifica nello studio del colore; il portogruarese Pope e la veneziana Arabella Giorgi, rappresentanti della nuova astrazione intesa come forma pura.