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«La maggioranza ha bisogno dell’opposizione»

Roberto Silvestroni, vicesindaco di Erbè FOTO PECORA
Roberto Silvestroni, vicesindaco di Erbè FOTO PECORA
Roberto Silvestroni, vicesindaco di Erbè FOTO PECORA
Roberto Silvestroni, vicesindaco di Erbè FOTO PECORA

Mentre Roberto Silvestroni partecipava alla propaganda della Democrazia cristiana contro il Partito comunista italiano, accadde l’imprevedibile: il candidato sindaco Saverio Bozzini, che amministrerà dal 1985 al 2004, ufficializzò la prima lista civica di Erbè. Silvestroni: fu una rivolta? «Un compromesso tra i Peppone e i don Camillo che divise iscritti e simpatizzanti». Non è che ha letto i libri di Giovannino Guareschi? «I verbali dei Consigli comunali di quel periodo». Ricordi della mia e della sua gioventù: scudocrociato e falcemartello, l’avanti popolo di «Bandiera rossa» e il simbol d’amore di «O bianco fiore», Ciriaco De Mita e Alessandro Natta,. «Avevo quattordici anni. Papà Carlo e mamma Ada, tornati dalla campagna, commentavano assieme a me gli avvenimenti trasmessi in televisione. Mio fratello Giorgio, essendo più grande, non restava un momento di più in casa». Tutti devoti. E tutti tesserati? «Nessuno». Finchè anche Roberto non fu maggiorenne. «Alle elezioni politiche, diedi la mia prima preferenza». A cosa? A chi? «Al Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante». La fiamma tricolore, il sole che sorgi dell’«Inno a Roma»: tutt’altro che il compromesso! Almirante non governò. Vicesindaco: porta mai la fascia Tricolore? «Quando celebro i matrimoni in municipio. Per il resto, il sindaco, non altri, mette il Tricolore a Erbè». Nicola Martini è un presenzialista? «La popolazione se la prenderebbe a male se trovasse il vicesindaco davanti ai monumenti con il Tricolore. Il sindaco è il sindaco». Quando Silvestroni non è a Erbè? «Ho il Tricolore, ma sono, comunque, il vice-sindaco». Mancando il sindaco, ha firmato, almeno, qualche documento? «Mai, nemmeno una carta d’identità. In compenso, propongo metà delle delibere approvate dalla Giunta comunale. La firma è forma, non è contenuto». E contenuto sia. Nel 2004, Silvestroni fu eletto per la prima volta consigliere e fu nominato, addirittura, assessore... «Fui tra i più votati». Non pretendo che avesse padronanza, ma, se non altro, un po’ di familiarità con i provvedimenti della giunta che attuano gli indirizzi del Consiglio comunale. Le determine, invece, sono proprie degli uffici. «Avevo assistito a qualche Consiglio, mai alla preparazione e alla stesura di un atto amministrativo. Manco di giunta». Martini, onnipresente suo malgrado, è anche un decisionista? «Io e Nicola ci confrontiamo ogni giorno. Almirante...». Almirante? «Non barattò mai gli ideali per i compromessi». Eppure, tra il 2004 e il 2014, Martini fu uno dei vicesindaci e degli assessori dell’ex sindaco Paolo Brazzarola. Riccardo Veronese e Silvestroni furono gli altri assessori di Brazzarola. Dal 2014, Martini, appunto, è il sindaco... «Brazzarola rinunciò al terzo mandato. Martini manifestò sempre le proprie intenzioni. Si diede daffare, perciò meritò il posto». Silvestroni è il vicesindaco di Martini... «Fui, quella volta, il più votato di Erbè». Veronese è l’assessore di Martini... «Aveva l’esperienza». Brazzarola, inizialmente in maggioranza, è oggi in minoranza assieme all’altro suo ex vicesindaco Enzo Bissa. «A Brazzarola e Bissa furono offerti dei ruoli, che rifiutarono, all’interno dell’Unione dei Comuni, dov’erano già stati». Meglio, Brazzarola e Bissa sono la minoranza in Consiglio comunale. Altrimenti la minoranza non ci sarebbe. «La maggioranza ha bisogno della minoranza». Cioe? «La minoranza è democrazia». Democrazia, cristiana? «Non c’è più». Il sindaco ha bisogno del vicesindaco? «Mai dire mai, però nel 2019 non mi candiderò sindaco. Anche se Martini, per qualche motivo, non fosse disponibile per il secondo mandato». L’educazione civica, Silvestroni! Delibere, determine e... ordinanze, proprie del sindaco. «Ho già mansioni direttive nell’azienda in cui lavoro da 26 anni. Sebbene i vertici siano comprensivi, non comprometterò la carriera per diventare il sindaco». Erbè ha 1.900 abitanti. «Qualsiasi sia il Comune, non si amministra per passatempo. Ad ogni modo...». Ad ogni modo. «Erbè si sta ripopolando. Non soltanto perché le abitazioni hanno prezzi ragionevoli, ma anche perché ci sono i servizi pubblici». Uno per tutti. «I marciapiedi, finalmente! Anche se il cimitero sarebbe da ristrutturare». Muoviamoci, intanto. Riposeremo, poi. «Abbiamo 21 associazioni che organizzano 60 manifestazioni l’anno». «Brav’uomini», direbbe Guareschi. Chissà se brave donne, chè nel 1946 sostennero la Repubblica anziché la Monarchia. Guareschi era monarchico. «Finchè non ultimeremo il teatro nell’ex asilo, che useremo durante l’inverno, potremmo allestire una rassegna estiva nel parco dei due Tioni». Le suggerisco il titolo del primo spettacolo: Il compagno don Camillo. L’ennesimo compromesso. Il libro e il film ancora si ristampano e si replicano. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Caniato

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