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La «bocara» sul fiume Tartaro
oggi è un museo a cielo aperto

La «bocara» di via Sant’Ulderico si affaccia sul Tartaro  FOTO PECORA
La «bocara» di via Sant’Ulderico si affaccia sul Tartaro FOTO PECORA
La «bocara» di via Sant’Ulderico si affaccia sul Tartaro  FOTO PECORA
La «bocara» di via Sant’Ulderico si affaccia sul Tartaro FOTO PECORA

È stata ripristinata la bocara di via sant’Ulderico, sul fiume Tartaro. L’operazione è durata un anno ed è stata portata a termine dagli abitanti della via, dal Gruppo giovani e dalla sezione Fanti. I volontari, che si sono autofinanziati, intendono così offrire una forma didattica della storia paesana, una sorta di museo all’aperto. A corredo, sulla scalinata sono state posizionate una carriola, un’asse per lavare e una vampaora (paratoia per l’irrigazione) su cui sono dipinti due mucche, un asino ed un cavallo nell’atto di abbeverarsi.

Il manufatto, un tempo detto bocara Pisani, dal nome della famiglia che abitava nella corte adiacente, era stato interrato negli anni ’60, quando erano venute meno le sue funzioni. Le bocare erano numerose lungo il Tartaro: aperture nel fiume con accesso dalla strada. Quando non esistevano le lavatrici e il bucato si faceva a mano, le donne caricavano la biancheria sulla carriola e scendevano al fiume dove lavavano col sapone e risciacquavano all’acqua corrente gli indumenti, oppure sciacquavano il bucato fatto in casa. Inoltre, al ritorno dai campi i contadini conducevano gli animali nella bocara per abbeverarsi. Fino agli anni ’50 questi accessi al fiume erano quotidianamente frequentati ed erano talmente importanti che chi li danneggiava veniva multato e quando veniva edificata una nuova lottizzazione (come via Tartaro nel 1952) subito si costruiva un lavatoio pubblico sul corso dell’acqua.

Giorgio Bovo

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