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L’ossario si colora
«L’Europa
non si è fermata»

L’orchestra Città di Verona, i cantanti solisti e il coroL’Ossario di Custoza illuminato per il concerto nel 150° anniversario della battaglia risorgimentale FOTO MARCHIORI
L’orchestra Città di Verona, i cantanti solisti e il coroL’Ossario di Custoza illuminato per il concerto nel 150° anniversario della battaglia risorgimentale FOTO MARCHIORI
L’orchestra Città di Verona, i cantanti solisti e il coroL’Ossario di Custoza illuminato per il concerto nel 150° anniversario della battaglia risorgimentale FOTO MARCHIORI
L’orchestra Città di Verona, i cantanti solisti e il coroL’Ossario di Custoza illuminato per il concerto nel 150° anniversario della battaglia risorgimentale FOTO MARCHIORI

Brexit non spezzerà il sogno di un’Europa unita. Nel giorno dell’uscita britannica dall’ Ue non era facile trovare una chiave per aprire il concerto per i 150 anni della battaglia di Custoza (24 giugno 1866), nel luogo simbolo di un lutto trasversale di nazioni un tempo nemiche e ora all’interno degli stessi confini disegnati da Schengen. Ma dall’Ossario di Custoza è partito questo monito sabato sera in occasione del concerto dell’ orchestra sinfonica Città di Verona che con il Requiem di Mozart ha cullato le spoglie dei 1.800 caduti di tutti gli eserciti scontratisi nelle guerre d’indipendenza sui colli morenici nel 1848 e nel 1866.

«Non sarà la Brexit ad affossare il sogno dei nostri padri costituenti. Siamo convinti che l’Europa vada avanti», ha sottolineato l’ambasciatore Alessandro Pignatti, presidente del comitato per le celebrazioni dei 150 anni della battaglia riassunte nella rassegna «Accade per l’Italia tra i nostri colli» culminata appunto col concerto di sabato.

La serata, condotta da Stefano Adami, già assessore alla cultura, è partita da qui con le parole di Papa Francesco che dall’Armenia ha lanciato il monito di «fare memoria per aiutare la pace». «Oggi facciamo anche noi memoria dando un piccolo contributo alla pace», ha detto Adami, «preghiera per i credenti, auspicio per tutti, invocazione per chi riposa all’Ossario, speranza per noi che ne beneficiamo da settant’anni talvolta senza una piena consapevolezza e senza pensare che nulla è gratuito e per sempre».

Già, per sempre. Come la si riteneva l’Unione europea prima di venerdì, ma alla quale si deve ancora guardare: «Quando ci si avvicina a questo mausoleo», ha detto il sindaco di Sommacampagna Graziella Manzato, «si pensa a un qualcosa di lontano che quasi non ci riguarda. Ma qui sono sepolti giovani di vent’anni caduti per degli ideali e li associo ad altri giovani che in questi giorni hanno pensato fosse meglio unire che dividere. Rappresentano degli ideali e ci spingono in quella direzione».

MANZATO ha poi letto il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha rivolto un «pensiero commosso ai caduti, giovani partiti dalle diverse contrade d’Europa», ricordando che oggi «Italia e Austria hanno superato le divisioni e sono protagoniste del cammino di integrazione europea».

«Il tricolore ci ricorda che siamo un Paese evoluto per democrazia e cultura, fulcro del cammino europeo che non possiamo permettere che in questo 2016 termini», ha aggiunto il capo gabinetto della prefettura di Verona, Alessandro Tortella.

E l’Europa era seduta tra gli spettatori: davanti a un Ossario illuminato con tutti i colori delle bandiere c’erano il console olandese a Verona, Daniele Cunego, e quello austriaco, la contessa Isabelle Von Schoenfeldt, militari, sindaci, rappresentanti della Croce Rossa e del Fai, i deputati Alessia Rotta e Vincenzo D’Arienzo, il vicario generale della diocesi di Verona don Roberto Campostrini coi parroci di Sommacampagna e Custoza don Tarcisio Soldà e don Alfonso Trettene, consiglieri comunali e assessori, associazioni locali e tanti cittadini.

L’orchestra Città di Verona, diretta da Francesco Mazzoli, ha accompagnato il coro dei Musici di Santa Cecilia e i quattro solisti Medea De Anna, Biljana Kovac, Gabriele Barinotto e Ferruccio Finetti, nell’esecuzione del Requiem di Mozart, chiudendo poi con l’Inno alla gioia e l’Inno di Mameli. Per loro un lungo applauso. Su tutti lo sguardo di don Gaetano Pivatelli, promotore dell’Ossario inaugurato nel 1879, ritratto nella cappella del monumento. Unica immagine illuminata la sua, sabato, a guardare la platea.

Maria Vittoria Adami

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