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Indagini sui profughi spiati e filmati

Il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio FOTO DIENNELa casa in cui sono ospitati i profughi a Roncolevà FOTO PECORA
Il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio FOTO DIENNELa casa in cui sono ospitati i profughi a Roncolevà FOTO PECORA
Il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio FOTO DIENNELa casa in cui sono ospitati i profughi a Roncolevà FOTO PECORA
Il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio FOTO DIENNELa casa in cui sono ospitati i profughi a Roncolevà FOTO PECORA

«Sono tutti episodi da scandagliare ad iniziare da chi ha seguito, filmato e fotografato i profughi. Si può già ipotizzare in questi casi la violazione della legge sulla protezione dei dati personali o le interferenze illecite nella vita privata. Devo ancora prendere visione dei fascicoli su questi atti di intimidazione ma faremo accertamenti su tutte le denunce e segnalazioni di cittadini, carabinieri e polizia, arrivate nei nostri uffici in questi ultimi giorni per trovare i responsabili».

Il messaggio del procuratore Angela Barbaglio dal secondo piano del palazzo di giustizia è chiaro: le indagini ci sono, ci saranno e, se emergeranno reati, si andrà a caccia dei responsabili.

Ciò che è avvenuto in questi giorni tra Roncolevà vicino a Trevenzuolo e Sant’Anna d’Alfaedo con il rogo del rustico in località Giare destinato ai profughi, quindi, sta passando al vaglio della procura. A Roncolevà, c’è un altro episodio sul quale indagano i dei carabinieri e riguarda il danneggiamento del parabrezza del presidente della cooperativa, responsabile dell’accoglienza nella casa di Roncolevà ad opera di una persona rimasta ignota. La denuncia è stata presentata alla compagnia dei carabinieri di Villafranca che stanno indagando per identificare il responsabile.

Anche per questi episodi, il procuratore Angela Barbaglio ipotizza i reati: «Dovremo verificare se si è trattato di eventi, riconducibili alla violenza privata e al danneggiamento in caso di atti di vandalismo nei confronti di edifici o cose». Anche la tomba profanata del padre Amedeo del vice sindaco di Trevenzuolo Cesare Carreri, ex iscritto al Pd e di Giacomo, studente, volontario è all’ordine del giorno negli uffici della procura. Il capo dei pubblici ministeri veronesi non vuole parlare di matrice politica relativa alla serie di episodi d’intimidazione contro i profughi in questi ultimi mesi avvenuti tra l’altro anche a Bovolone in dicembre. In quell’occasione, ci fu un altro incendio doloso, scoppiato nel capannone destinato ad ospitare i migranti. Il 18 febbraio scorso, inoltre, c’è stato lo scoppio di una bomba carta nella frazione di Aselogna a Cerea davanti alla casa che ospita 20 rifugiati. C’è anche l’unico caso risolto dagli investigatori, avvenuto tra il 30 e il 31 ottobre del 2015 quando cinque giovani, identificati e poi finiti sotto processo, conclusosi con un patteggiamento della pena ad un anno e cinque mesi. In quell’occasione, avevano fabbricato e poi fatto esplodere tre ordigni davanti all’hotel Genziana di Prada dov’erano ospitati dei profughi.

«Bisogna vedere se ci sono strumentalizzazioni politiche dietro a questa serie di atti e lo potremo sapere solo dopo aver svolto una serie d’indagini», ci tiene a precisare Angela Barbaglio. Si può pensare anche a casi di balordi semplicemente ostili all’arrivo nella nostra provincia di profughi.

Così come resta al vaglio degli investigatori della procura anche l’ipotesi di applicazione dell’aggravante della legge Mancino che punisce chi commette atti a sfondo razzista e discriminatorio. Anche l’episodio della tomba profanata del padre del vice sindaco di Trevenzuolo, avvenuto in una notte di pochi giorni fa, non lascia indifferenti chi dirige la procura.

«A preoccuparmi», precisa ancora Barbaglio, «sono gli atti d’intimidazione verso chi manifesta solidarietà nei confronti dei profughi. Ognuno è libero di esprimere le proprie idee soprattutto chi propone sentimenti vicini ai valori, riportati nella Costituzione e non si può lasciare impuniti chi vuole intimidire queste persone».

Il dado è tratto, quindi, non resta attendere alcune settimane per vedere se si riuscirà a dare un volto a chi si oppone all’arrivo dei profughi, violando la legge e ogni forma di rispetto umano verso chi fugge da guerre e povertà.

Giampaolo Chavan

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