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Imparare ad accogliere
Parola d’ordine del Grest

I ragazzi che hanno partecipato al Grest durante uno degli incontri
I ragazzi che hanno partecipato al Grest durante uno degli incontri
I ragazzi che hanno partecipato al Grest durante uno degli incontri
I ragazzi che hanno partecipato al Grest durante uno degli incontri

Si è concluso il grest che ha impegnato per quattro settimane, mattina e pomeriggio, oltre 600 persone: 400 ragazzi iscritti, di età compresa tra i sei e i quattordici anni, 150 aiuto animatori e animatori, 7 responsabili e coadiutori, una ventina di persone per dare una mano per i compiti e 40 per i laboratori. Come negli anni scorsi l’animazione estiva è stata organizzata dalla parrocchia, in collaborazione col Noi e con il sostegno del Comune. Si è svolta negli spazi retrostanti la canonica, alle scuole elementari e nei parchi comunali. Le varie attività sono state incentrate sull’accoglienza. «iCare. Il segreto del campanile», spiega il curato don Luca Passarini, «è stato il titolo del grest e si è voluto mettere a confronto paura e accoglienza, sospetto e solidarietà, odio e amore. Abbiamo cercato di aiutare i ragazzi a scoprire la bellezza dell’interessarsi agli altri, di prendersi cura di ogni persona, senza la paura dell’altro. “I care” infatti è il motto di don Lorenzo Milani e abbiamo cercato che diventasse il modo in cui si vivono le giornate al Grest e il vero segreto che i ragazzi scoprono, nella speranza che poi lo portino nella vita di tutti i giorni. A partire dalle lettere che compongono la parola “cura”, abbiamo poi individuato quattro attenzioni, che sono state punto di riferimento educativo delle quattro settimane: credo, uguaglianza, rispetto, accoglienza».GI.BO.

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