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Il sindaco Buzzi non s’arrende «Ora si dimetta l’opposizione»

Il sindaco Lucio Buzzi in una fase dell’assemblea FOTO PECORAIl pubblico accorso in sala Savoldo per ascoltare Buzzi
Il sindaco Lucio Buzzi in una fase dell’assemblea FOTO PECORAIl pubblico accorso in sala Savoldo per ascoltare Buzzi
Il sindaco Lucio Buzzi in una fase dell’assemblea FOTO PECORAIl pubblico accorso in sala Savoldo per ascoltare Buzzi
Il sindaco Lucio Buzzi in una fase dell’assemblea FOTO PECORAIl pubblico accorso in sala Savoldo per ascoltare Buzzi

«Stiano sereni e se ne facciano una ragione i consiglieri d’opposizione: dovranno attendere fino a 2021 per riproporsi agli elettori». Più chiaro non poteva essere il sindaco Lucio Buzzi per rispondere a chi invocava le sue dimissioni. Anzi, è proprio lui a rilanciare chiedendole, a sua volta, all’intera minoranza. «Si dimettano, perché vogliono sfruttare la situazione pretendendo addirittura di far commissariare il Comune, appagando ambizioni personali». Mercoledì sera in sala Savoldo è stato scritto l’ennesimo capito delle vicende legate al bilancio del paese. Quella che, impropriamente, era stata indetta dal gruppo di maggioranza Tradizione e Futuro come una conferenza stampa è stata, invece, una assemblea pubblica in cui Buzzi ha ripercorso la cronistoria legata alle casse del municipio. «Se ciò che abbiamo fatto finora sia politicamente o umanamente biasimevole, lo diranno i cittadini alla scadenza naturale di questo mandato. Non è intenzione né mia né dei miei collaboratori abbandonare le nostre cariche per un debito che noi non abbiamo causato e nemmeno aggravato», precisa con forza solo in chiusura di assemblea, momento in cui alcuni dei presenti si sono lasciati andare ad alcune escandescenze, applausi e sfoghi. Il sindaco ha raccontato la sua versione, elencando, documenti alla mano, tutti i passaggi che hanno portato all’attuale situazione. «Le note delle Corte dei conti non sono arrivate solo in questi ultimi sei mesi. Sono arrivate al comune già nel 2013 e mettevano in evidenza le criticità a cui dobbiamo far fronte», ha precisato il sindaco prima di analizzarle. Parlando delle note l’assessore al bilancio Leonardo Biasi, ha detto: «Questo serve per far capire che la situazione era già nota da tempo». Ritornando ai giorni dell’insediamento a prima carica del paese, nel giugno del 2016, Buzzi ha sottolineando che il saldo di cassa era di un «misero» 164mila euro. Sono poi stati letti i pareri del segretario comunale che nell’ottobre del 2016 aveva parlato di «inaspettate e gravissime criticità su alcune voci di entrata. La più grave riguarda l’Imu che risulta fortemente sovrastimata» e del revisore dei conti che constatava «debiti fuori bilancio e un disavanzo di gestione sul bilancio 2016 (pre Buzzi)» e di una «situazione contabile precedente al 2016 estremamente caotica». L’incontro è continuato ripercorrendo la strada fatta dall’attuale maggioranza: revisione dei mutui e il recupero dell’Iva. «La nomina di uno studio di consulenza esterno al comune è stata una scelta doverosa per ricostruire i bilanci». La collaborazione, benché criticata nella delibera dalla Corte di Venezia, continuerà per altri due anni, a meno di recessi se un nuovo responsabile finanziario si stabilirà a Povegliano. Tuttavia, ha precisato il gruppo di maggioranza «nel caso in cui la magistratura contabile contestasse la nostra scelta in modo definitivo, nessuna spesa graverà sui cittadini». Il sindaco ha spiegato che è stata la stessa Corte dei conti ad imporre la revisione dei bilanci dal 2014 al 2016, nella delibera del luglio scorso. «Abbiamo trovato una soluzione, ma è stata rigettata dalla Corte», ha chiarito Buzzi. Poi, ha spiegato che sia il revisore dei conti che il responsabile finanziario avevano precisato che la strategia individuata «ora per allora» poteva essere percorribile per risanare i conti, consci però che avrebbe potuto essere rifiutata a Venezia. «Abbiamo riaperto i bilanci per volere della Corte, non nostro». Messaggio spedito all’ex amministrazione che aveva accusato, delibera alla mano, quella attuale di averli riaperti illegittimamente, facendo sforare, tra l’altro, il patto di stabilità. Inoltre, le accuse mosse dalla minoranza al sindaco di aver presentato scritture inattendibili sono state rispedite al mittente e rilanciate. La nuova strada è stata dunque esposta da Buzzi: «Ora dobbiamo verificare la possibilità di riportare la dilazione del disavanzo in 30 esercizi. Serve una nuova valutazione tecnica» per riequilibrare, aveva detto poco prima, «una politica fuori controllo della spesa durata anni». L’ultimo appunto è un pugno: «Il totale che dobbiamo ripianare per situazioni pregresse, come dimostrato dai documenti, è di un milione e 917mila euro: conteggiando sia il disavanzo che i debiti per il pagamento di rifiuti, dell’Ulss e dello stralcio già completato della Grezzanella. Faremo di tutto per salvare Povegliano». •

Nicolò Vincenzi

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