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Il grande presepio
torna a San Francesco

Un dettaglio della realizzazione La natività allestita nella chiesa parrocchiale dal gruppo giovani FOTO PECORA
Un dettaglio della realizzazione La natività allestita nella chiesa parrocchiale dal gruppo giovani FOTO PECORA
Un dettaglio della realizzazione La natività allestita nella chiesa parrocchiale dal gruppo giovani FOTO PECORA
Un dettaglio della realizzazione La natività allestita nella chiesa parrocchiale dal gruppo giovani FOTO PECORA

Un presepio che va oltre la rappresentazione tradizionale. Nato con San Francesco per far rivivere la nascita di Gesù, generalmente fondato sulla riproposizione dei luoghi e del racconto della tradizione, quello di Mozzecane offre richiami teologici fondanti della fede cristiana.

Il presepio è stato ideato e costruito dai giovani della parrocchia del capoluogo con la collaborazione dell’Officina d’Arte, che ha provveduto alla resa cromatica delle case e al restauro di alcune vecchie statue della chiesa.

«Il nostro presepe», dicono i giovani realizzatori, «racchiude un significato che va al di là di quello di un semplice presepio. Viene rappresentata la Natività storica con Dio che si fa uomo e si sviluppa davanti all’altare che è luogo in cui Dio continua a manifestarsi attraverso l’Eucarestia. I fedeli, così come fecero i pastori sono quindi chiamati ad adorare un Dio che è presenza viva che si rinnova».

Questo il messaggio che esce da una costruzione che occupa il presbiterio, frutto di un progetto iniziato a fine agosto e che ha tenuti impegnati i giovani nella costruzione dei vari elementi tutti ricavati da materiali di recupero.

Due i cardini significanti della scenografia: il luogo dove mangiano il bue e l’asinello, la mangiatoia e la mensa dove è presente l’Eucarestia, nutrimento dei fedeli. Attorno al tabernacolo, casa di Dio, le case degli uomini. Ne esce una sintesi che pone una riflessione teologica sul significato del presepe storico, caratterizzato da personaggi e dalla costruzione di un ambiente che dovrebbe richiamare la Betlemme di duemila anni fa, accostato alla presenza liturgica di Gesù in mezzo agli uomini. La costruzione diventa una sintesi del Cristianesimo che inizia con la nascita di Gesù per arrivare al sacrificio della croce che campeggia in alto e domina l’altare, sul Calvario.V.C.

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