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Il Comune cancella la Canova
Un nome con 300 anni di storia

Gli edifici più antichi della Canova di Lugagnano FOTO PECORA
Gli edifici più antichi della Canova di Lugagnano FOTO PECORA
Gli edifici più antichi della Canova di Lugagnano FOTO PECORA
Gli edifici più antichi della Canova di Lugagnano FOTO PECORA

C’era una volta la Canova di Lugagnano. Uccisa dalla burocrazia dopo una vita lunga trecento anni, in nome dell’«adeguamento alle normative nazionali». Come tutti sanno, i nomi di alcune vie, località o contrade non sono solo semplici indicazioni ma negli anni, e in questo caso nei secoli, hanno contribuito a formare e cementare l’identità dei centri abitati di cui fanno parte. Per questo, è arrivata come un fulmine a ciel sereno alle sessanta famiglie -tanti sono i numeri civici-che vi risiedono la lettera del sindaco Gianluigi Mazzi per informarle che «è in corso nello stradario comunale l’adeguamento alle normative nazionali di toponomastica». Tali leggi, continua la missiva, «prevedono infatti che in ogni Comune non possano esistere vie omonime ancorché presenti in frazioni diverse». Il «problema» sta nel fatto che a qualche chilometro di distanza c’è un’altra Canova, ma in territorio di Sona. Circostanza, sottolinea il primo cittadino, «che ha creato diversi problemi di anagrafiche e di recapito postale».

A tutto ciò, quindi, il Comune ha deciso di porre rimedio «mediante rinomina delle vie doppie». E tra le due «Canove», la scure è caduta su quella di Lugagnano. La sentenza firmata dal sindaco Mazzi ha però il linguaggio asettico della burocrazia: «È stato avviato il procedimento di variazione che porterà l’attuale via Canova, della frazione di Lugagnano, ad essere rinominata in via Luigi Fumanelli». Un annuncio accolto fra sorpresa, sconcerto e rassegnazione per una decisione «già presa dall’alto». Ma anche di indifferenza, dal momento che sono in pochi ormai a conservare la memoria storica del luogo.

Delle pratiche con la Motorizzazione civile e con i gestori delle utenze domestiche, tuttavia, si farà carico il Comune. «Ma soprattutto per chi è titolare di ditte e attività commerciali», sbotta un residente, «questa iniziativa comporterà disagi, spese e notevoli perdite di tempo. Prima di metterci davanti al fatto compiuto potevano almeno fare un incontro e magari, insieme, si trovava un’alternativa a un provvedimento così drastico». È proprio il mancato coinvolgimento dei residenti a bruciare di più. «Questo nome esiste da trecento anni, serviva una soluzione più rispettosa». Secondo qualcuno la questione dell’omonimia si poteva risolvere aggiungendo «di Sona» all’altra via Canova che si trova tra Mancalacqua e il capoluogo. Altri, pragmaticamente, suggeriscono di trasformare in «via Antonio Canova» la strada della frazione. «Bastava una “A” puntata e si evitava di disturbare tanta gente. Sarebbe stato un buon compromesso, almeno avremmo avuto il nome di un grande scultore... Chi è questo Fumanelli?» si chiede più d’uno. A fornire la risposta è l’ultimo numero del Baco, periodico vicino all’attuale amministrazione comunale. Salesiano laico, Luigi Fumanelli fu direttore della Scuola grafica San Zeno «che ha accolto numerosi nostri concittadini». E l’intitolazione della via a Lugagnano, scrive il Baco, sancirà il «legame» del paese con il mondo delle arti grafiche, di cui, sottolinea, fa parte anche il sindaco Gianluigi Mazzi. Tale scopo, tuttavia, si poteva raggiungere dedicando all’insegnante di composizione tipografica una via in una nuova lottizzazione, senza sacrificare l’antico toponimo. Tanto più che lo stesso Mazzi in più occasioni ha invitato a «comprendere l’importanza della memoria storica» e della «conservazione di quanto i nostri antenati ci hanno lasciato».

Alla via, tra l’altro, è dedicato un capitolo del libro di Massimo Gasparato Fregole de storia, alla cui stesura, nel 1997, collaborò anche l’attuale sindaco. La Canova di Lugagnano nasce come vera e propria contrada, distinta dal centro abitato, nel ’700 e le sue origini sono testimoniate dalle tracce di due affreschi di tema religioso. Nel volume si ricorda pure il «ruolo battagliero assunto», in tempi recenti, «dalle donne della Canova contro la realizzazione di un nuovo cimitero a discapito di un allargamento di quello vecchio». Ma chissà se oggi c’è ancora qualcuno disposto a dare battaglia.

Enrico Santi

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