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Il calcio
e la calce

Luigi Sona con il carrellino con il quale tracciava in calce le linee del campo sportivo di Sommacampagna FOTO PECORA
Luigi Sona con il carrellino con il quale tracciava in calce le linee del campo sportivo di Sommacampagna FOTO PECORA
Luigi Sona con il carrellino con il quale tracciava in calce le linee del campo sportivo di Sommacampagna FOTO PECORA
Luigi Sona con il carrellino con il quale tracciava in calce le linee del campo sportivo di Sommacampagna FOTO PECORA

Calce, carriola e filo di spago. A Sommacampagna ha compiuto novant'anni Luigi Sona, un traguardo rilevante ma non eccezionale. La notizia che fa storia è invece che il Gigi, privo di una mano dall'età di 20 anni, è stato l'ultimo segnacampo all’antica, con la carriola di calce. Se lo ricordano tutti - dirigenti, allenatori, calciatori e pubblico - mentre pazientemente traccia le linee bianche, gli spicchi dei corner, il centro di centrocampo, le aree dei portieri e quelle di rigore, dischetto degli undici metri compreso.

Si parla di tempi ormai eroici, quando i rettangoli di calcio erano gibbosi, l'erba era un optional e il fango si formava lungo le linee dell' «out» e nelle aree di rigore.

Con una mano sola il Gigi caricava i pesanti sacchi di calce a cavallo della carriola e con passo solenne procedeva a ridisegnare le righe, aiutandosi il più delle volte con un bastone per far uscire la calce che spesso s'ingolfava nel beccuccio della carriola.

Mugnaio per decenni, Gigi ha una pensione per i 40 anni di lavoro artigianale. Iniziò come falegname, nel quartiere Gidino, durante la guerra. Nel 1946, a 42 anni muore improvvisamente lo zio Mario Cameraria, fratello della mamma Angela, titolare di un avviato mulino. Gigi accorre in aiuto della zia e dei cuginetti («Ho subito pianto entrando e vedendo quel mulino vuoto senza lo zio Mario») e si prende a cuore le sorti del mulino, attività che proseguirà per quattro decenni.

«Nel 1948 la mano sinistra mi si gonfia e dalla radiografia emerge che ho delle bollicine d'acqua nel palmo della mano. All'ospedale di Bussolengo mi mettono un braccialetto di gesso e mi danno una prognosi di venti giorni. Ne passano dieci e me lo strappo dal dolore. Vado in borgo Trento e la diagnosi è che le bollicine mi hanno guastato i tendini: risultato, devono amputarmi la mano sinistra. Sarebbero bastati degli antibiotici, mi segnalò anni dopo il dottor Canali del centro trasfusionale in occasione di una mia donazione: sono stato per anni donatore con medaglia d'oro Avis».

NEL 1949 Luigi Sona prende la patente grazie alle lezioni serali di guida dategli da amici (patente che ha rinnovato il 25 maggio 2016). Si sposa con Maria Pia Rotta e va ad abitare alla fine di via del Colle, la via più corta a senso unico del capoluogo dove risiedono o hanno risieduto quattro sindaci (Zanella, Recchia, Sambugaro e Soardi).

Agli albori del calcio locale, Gigi sposa la passione di Dino Maccacaro, detto poi il presidentissimo, che abita all'inizio di via del Colle, e parte in quarta con gli amici Enzo Bovo, Gaetano Manara e altri. «“Gigi che siano sempre a posto spogliatoi e campo”, mi invitò Maccacaro», racconta. «Mettiamo subito i vetri ai fatiscenti spogliatoi ma di notte i vandali ce li infrangono tutti. Ma non mi fermo. Sulla mia autovettura trovano sempre posto vin brulè da dare al pubblico e té per i giocatori oltre all'indispensabile bombola del gas assieme all'impegno settimanale della segnatura del campo con la calce offerta da Vittorio Rotta. Nemmeno la neve ci ferma. Un sabato nevica abbondantemente ma con l'aiuto di Dario Turrini dalle 7 della domenica ripuliamo con il trattore il rettangolo di gioco e il pomeriggio siamo tra i pochi in provincia a giocare. Il mercoledì la mia taverna era l'abituale ritrovo della squadra, grazie anche all'aiuto di mia moglie».

Gigi, come del resto tutti i volontari del mondo del calcio, collaborerà sempre gratuitamente, anche rimettendoci del proprio, e chiuderà la collaborazione in gloria nel 1978 quando il Sommacampagna, ancora unica società nel Veronese, vince la Coppa Italia dilettanti.

Arriva il colore per segnare in modo sempre piu soft il campo, l'amministrazione comunale assegnerà agli impianti sportivi un custode fisso, ma questa è un'altra storia. Gigi proseguirà poi per decenni la sua collaborazione in paese con altre associazioni in occasioni di ricorrenze e avvenimenti festosi.

Lorenzo Quaini

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