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I Celti tra un museo e
la ricerca. Il progetto
affascina il governo

Il sottosegretario Borletti Buitoni e il sindaco Bigon FOTO PECORA
Il sottosegretario Borletti Buitoni e il sindaco Bigon FOTO PECORA
Il sottosegretario Borletti Buitoni e il sindaco Bigon FOTO PECORA
Il sottosegretario Borletti Buitoni e il sindaco Bigon FOTO PECORA

Un museo dei Celti. Uno spazio per la ricerca. Uno luogo storico a disposizione di tutti. È ciò che diventerebbe villa Balladoro a Povegliano se solo ci fossero 1,7 milioni di euro. È questo il contributo chiesto dal sindaco Anna Maria Bigon al sottosegretario del ministero dei Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, ieri in visita a villa Balladoro, dove le sono stati mostrati i reperti delle necropoli celtiche del II e I secolo a.C., rinvenute negli scavi a Madonna dell'Uva Secca, e l'archivio con volumi e documenti antichi della famiglia Balladoro. Un sopralluogo attento e interessato («Non avrei mai immaginato di trovare un sito così importante», ha detto il sottosegretario) conclusosi con una promessa: «Mi impegno a valutare il vostro caso e a darvi una risposta prima della fine del mandato del sindaco». Ovvero giugno.

IL PROGETTO. Bigon le ha consegnato lo studio di fattibilità con tempi e costi di un intervento sul complesso centrale della villa, di proprietà comunale, perché diventi un ecomuseo dove custodire i reperti archeologici, studiare e finanziare ricerche e tesi di laurea, trascorrere il tempo all'aria aperta tra il giardino e le 39 risorgive sul territorio di Povegliano o nella grande area verde dell'ex base missilistica acquisita di recente dal demanio. «Vogliamo arrivare a un ecomuseo, costruito su storia, cultura e ambiente per sviluppare il turismo sostenibile», ha spiegato Bigon alla Borletti Buitoni affascinata dai reperti in bronzo, dai monili e dai gioielli emersi dagli scavi archeologici iniziati negli anni Novanta e proseguiti fino a pochi anni fa.

TEMPI E COSTI. Il progetto della villa richiederebbe 1,7 milioni di euro, per restaurare la naturale collocazione dell'archivio Balladoro e allestire il museo dei Celti, sistemare affresco ed edicola nel parco e restaurare i reperti in ceramica. Altri investimenti andrebbero alla formazione di personale e alla formulazione del pacchetto turistico che comprende risorgive, oasi naturalistica della Bora e santuario di Madonna dell'Uva Secca. Infine, interventi tecnici sugli impianti di riscaldamento, illuminazione e sorveglianza. Il progetto a 360 gradi, soldi alla mano, si potrebbe portare a termine lavorando dal gennaio 2016 all'aprile 2017. Soldi alla mano, appunto, che il Comune di Povegliano non ha: «In questi anni abbiamo investito quasi un milione di euro in cultura e recupero del patrimonio, a fronte di un bilancio comunale di cinque milioni». Dagli anni Novanta il Comune ha seguito gli scavi archeologici, recuperando reperti sui quali oggi studiano le università di Bologna e Budapest. Sulle 432 tombe celtiche rinvenute sono in corso ricerche dell'ateneo veneziano di Ca' Foscari e francesi. Di notevole interesse le sepolture infantili uniche per numero e per reperti. Nel 2005 è stato terminato il restauro della villa. Tra il 2007 e il 2009 sono continuati gli scavi (per centomila euro) e i restauri dei reperti. «Abbiamo affrontato uno sforzo incredibile, grazie anche al capitale umano delle associazioni che contribuiscono ciascuno con un suo compito. Povegliano ha dato molto», ha detto Bigon al sottosegretario. «Ora è tempo di chiedere».

LA PROMESSA. «È un esempio impressionante di valorizzazione», ha commentato Borletti Buitoni. «Le ragioni per avere fiducia nell'Italia stanno in realtà come queste dove Comune e comunità arrivano prima dello Stato. Da qui parte il modello per una nuova Italia». Una nuova Italia sulla quale, secondo il sottosegretario, sta investendo molto ora il ministero ai beni culturali. «Qui servono fondi, non c'è dubbio. E voi avete un progetto pronto e una visione di ciò che volete fare. Questo è importante. Cercherò di capire meglio il vostro caso e ci ragionerò anche nell'ottica della valorizzazione del turismo culturale. È di questo che dobbiamo occuparci e voi lo avete capito prima della politica romana, portandolo avanti con coraggio. Lavorare su percorsi di visita che hanno il focus sulla componente archeologica è un punto di partenza: un itinerario a tema potrebbe essere quello dei Celti. Perché il filo conduttore di qualità culturale attrae un turismo che capisce e che resta».

Altro progetto specifico sul quale ragionerà Borletti Buitoni è quello delle ville venete, nel quale potrebbe rientrare la Balladoro: «I castelli della Loira erano a pezzi. Poi lo Stato ci ha investito e i privati sono riusciti a rivitalizzarli. Ne è nato così un percorso turistico».

Maria Vittoria Adami

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