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«Ho voluto il sociale
per fare ogni giorno
qualcosa di buono»

Nicola Terilli e Mario Faccioli, vicesindaco e sindaco di Villafranca
Nicola Terilli e Mario Faccioli, vicesindaco e sindaco di Villafranca
Nicola Terilli e Mario Faccioli, vicesindaco e sindaco di Villafranca
Nicola Terilli e Mario Faccioli, vicesindaco e sindaco di Villafranca

Dice la matematica che il numero 2 è un numero primo. Dunque, è indubbiamente indispensabile per la moltiplicazione degli altri numeri. Così a scuola. Mentre nel quotidiano? Davvero il vicesindaco – che è il numero 2 - è altrettanto determinante nell’amministrare il territorio? Dice anche la matematica che il numero 2 è addirittura il primo dei numeri primi, divisibile soltanto per uno o per se stesso. Dunque, ha una propria manifesta identità e indipendenza.

Davvero il vicesindaco ha altrettanta personalità e libertà all’interno della giunta municipale? A Villafranca - il Comune più popoloso del Veronese dopo il capoluogo Verona – Nicola Terilli è il numero 2 dopo il numero 1 Mario Faccioli. Quest’ultimo è un sindaco che «ha i numeri», stando all’elettorato del 2013 che l’ha riconfermato primo cittadino. Ma prima ancora di conteggiare le preferenze, sindaco e vicesindaco «danno i numeri». Altri numeri: 28-6-1964, che è la data di nascita di entrambi. Il comune denominatore dei molti anni passati assieme a gestire il Comune. Mai giocati al Lotto? «Più volte, senza vincere», ammette Faccioli. Quando è il caso a rimpiazzare la matematica, non c’è numero che dia certezze. Per il resto, le regole sono regole. Una per tutte: il sindaco sempre vince, il vicesindaco sempre partecipa? «A differenza di altri, il mio vicesindaco è conosciuto nella provincia», assicura Faccioli.

Terilli, però, non ha bisogno d’un difensore d’ufficio, perché, manco fosse - realmente anziché soltanto teoricamente - un numero primo, argomenta con padronanza. A quel punto, Faccioli si congeda. A Villafranca, Terilli spiega di essere Terilli, non semplicemente il vicesindaco. Il titolo vale nelle manifestazioni ufficiali quando indossa il Tricolore.

Terilli rimarrà un numero due?

«Nel 2004, mi candidai sindaco. Fui uno dei candidati sindaco del centrodestra. Ad amministrare fu, invece, il centrosinistra. Mi fu attribuita la responsabilità di quel risultato. Succedesse di nuovo, più d’uno metterebbe il veto sulla mia candidatura a sindaco. Anziché unire, mi si rimprovera, divido. Eppure, nel 2008, divenni consigliere di maggioranza. Il sindaco era sempre Faccioli. Rimango vicesindaco, rispettando i patti sul programma da realizzare».

È la solitudine dei numeri primi. Terilli è vicesindaco per convenienza o per capacità?

«Nel 2013, il gruppo civico che rappresento chiese l’incarico di vicesindaco. Non fummo, probabilmente, i soli. Faccioli ci diede comunque l’incarico. Nel 1999, io e Faccioli fummo nominati assessori dal sindaco Maurizio Facincani. Io ricevetti, inaspettatamente, la delega al sociale. Nel 2013, fu io a proporre, espressamente, che mi fosse affidata quella delega. Evidentemente, ho fatto e faccio qualcosa di buono ogni giorno».

Hai voglia: oggi il sociale, in una cittadina grande o piccola che sia, equivale ad un ministero nazionale. Quanto a consensi, è una delega che potrebbe essere particolarmente redditizia per le prossime ricandidature. Un tempo si ambiva, piuttosto, ai lavori pubblici.

«Nel sociale non si tagliano nastri. È un’attività che non dà vantaggi elettorali, se questo fosse l’intendimento di chichessia, tantomeno da un mandato amministrativo all’altro. Voglio essere d’utilità alla comunità. Io, Terilli, non il vicesindaco, mi sono avvicinato da qualche tempo al volontariato. A Villafranca, 300 famiglie vengono assistite direttamente dal personale comunale, 150 famiglie partecipano ai bandi per l’assegnazione delle case popolari, 80 associazioni operano negli ambienti domestici, quindici sono i corsi d’aggiornamento organizzati ogni anno per il reinserimento dei lavoratori che perdono il posto».

Ha il suo daffare: vicesindaco a tempo pieno?

«Sì. Sono consulente pubblicitario con partita Iva. L’indennità comunale è di 1.798 euro lordi al mese».

Uno stipendio, che altri non hanno. Faccioli è un decisionista, che ti fa sudare la paga. Terilli non rinuncerà a... ?

«All’oratorio laico: cioè un centro di aggregazione giovanile municipale, destinato a bambini e ragazzi, diverso dai circoli parrocchiali Noi e dai bar. Un luogo di socializzazione e ricreazione. Il sindaco ha paura di perderne il controllo. Dipenderà in qualche modo dalla sua appartenenza politica...».

Nelle metropoli, l’oratorio laico riqualifica le periferie. L’imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli ne ha realizzato uno sulle colline di Perugia.

«Abbiamo il teatro, il palazzetto dello sport, l’ospedale... Insisterò con il sindaco».

A proposito, dice la matematica che il numero 1, a differenza del numero due, non è un numero 2.

Stefano Caniato

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