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Giallo di Vigasio, prevale ancora l’ipotesi del suicidio

I carabinieri durante il sopralluogo a Vigasio
I carabinieri durante il sopralluogo a Vigasio
I carabinieri durante il sopralluogo a Vigasio
I carabinieri durante il sopralluogo a Vigasio

L’autopsia non ha evidenziato particolari diversi da quelli emersi durante il sopralluogo dei carabinieri della Sezione investigativo scientifica nell’abitazione del bracciante agricolo cinquantatreenne residente a Vigasio. Sabato sera, la moglie dell’uomo aveva allertato il 118 poichè, entrata in camera da letto aveva sorpreso il coniuge sdraiato a letto con un coltello piantato nel petto. Inutile il tentativo di rianimare l’uomo, che era deceduto, con conficcato quel coltello da carne, piuttosto robusto. Secondo la versione dei familiari, l’uomo si era suicidato. Ma non c’era stata alcuna avvisaglia prima. La famiglia romena vive in una casa che fa parte di un gruppo di abitazioni che danno su un cortile, dove convivono altri romeni e alcuni nigeriani. In una delle abitazioni risiede anche la figlia sposata dell’uomo, che ha anche un bambino. Una convivenza che non ha mai visto l’intervento delle forze dell’ordine in passato. L’esame eseguito ieri a medicina Legale, non ha evidenziato particolari che possano far ipotizzare l’intervento di terzi nella vicenda, anche se sarà necessario aspettare gli esami tossicologici per avere il quadro chiaro della vicenda. Il romeno viveva da anni in Italia con la famiglia e lavorava. Era solito alzare il gomito, di parecchio, ma a suo carico non ci sono mai state denunce di alcun genere. •

A.V.

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